I percettori del Reddito di Cittadinanza hanno ancora tempo per farsi prendere in carico dai servizi sociali e mantenere così il sussidio fino a dicembre. Naturalmente per farlo occorre che si rechino agli appuntamenti prefissati dagli stessi servizi sociali, dal Comune di residenza o dai Centri per l’Impiego.
Le convocazioni sono in corso da quando RdC è entrato in vigore, anche se ora più che mai è fondamentale per i beneficiari del Reddito di Cittadinanza trovare un lavoro: l’ultima legge di Bilancio, infatti, ha abrogato il sussidio per tutti i percettori tra i 18 e i 59 anni non disabili dopo la settima ricarica dell’anno.
Pertanto, i percettori occupabili che nel 2023 hanno già ricevuto 7 ricariche non avranno più diritto ad alcuna mensilità. È vero che da questo mese si può richiedere il Supporto per la Formazione e il Lavoro, ma anche questo è concesso a condizione che il percettore si attivi nella ricerca di un impiego.
Ed ecco quindi che torna la necessità (e l’obbligo) di presentarsi quando si viene convocati dal Comune, dai Centri per l’Impiego o dai servizi sociali:
Nel caso in foto, la convocazione è fissata per giovedì 7 settembre alle ore 15:30 presso il Comune e riguarda un percettore di Cosenza. Cosa succede se non ci si presenta al colloquio? Il Reddito di Cittadinanza decade prima del termine.
Scopo del colloquio è la sottoscrizione del Patto per il Lavoro e il rilascio, da parte del percettore, dell’immediata disponibilità a lavorare (DID). Il colloquio, infatti, servirà a prendere in carico il percettore e ad attivare i servizi previsti.
Solo se la sua situazione verrà ritenuta particolarmente complessa, la sua pratica verrà affidata ai servizi sociali: a quel punto, il percettore manterrà RdC fino a dicembre e da gennaio potrà accedere all’Assegno di Inclusione.