Ci sono motivi specifici per cui gli ex percettori del Reddito di Cittadinanza stanno rinunciando al Supporto Formazione e Lavoro. L’indennità da 350 euro per chi svolge una di queste 9 attività, è stato pensato dal Governo nell’ottica di offrire un’alternativa a chi perde il sussidio.
A metterli in luce è il quotidiano Il Messaggero in edicola oggi, che da contatti con Inps è venuto a conoscenza dei numeri di coloro che hanno fatto domanda. Sarebbero circa 40.000 le domande arrivate dal 1° settembre “e di questo passo non ne arriveranno più di 100mila entro la fine del mese”.
Ma perchè gli ex percettori RdC rinunciano a fare domanda? Quali sono i limiti della nuova proposta di welfare del Governo?
“Una delle cause principali, spiegano dall’Inps, va ricercata nel lavoro nero, che stando ad alcune stime interesserebbe il 15-20% circa dei 600mila occupabili raggiunti dal vecchio sussidio dei Cinquestelle, quindi attorno alle centomila persone. Le rinunce, rimarca sempre l’Istituto di previdenza, sono dovute anche ad altri fattori. Per esempio c’è chi ha visto peggiorare quest’anno la propria condizione di disagio sociale. Poi c’è chi non rientra nei nuovi parametri ISEE previsti dalla legge, l’indicatore non deve superare i seimila euro. Oppure chi nell’ultimo mese ha trovato un impiego regolare però ancora non ha firmato il contratto”.
Dunque la ragione principale risiederebbe nel fenomeno del lavoro nero. Gli ex percettori avevano e continuano ad avere un lavoro non regolare e non sono disponibili ad essere inseriti nei percorsi di riqualificazione, che prevedono anche la presenza (nelle aule di formazione, al servizio civile, ecc.). “Un obbligo – scrive Il Messaggero – che chiaramente mal si concilia con gli impegni di chi svolge un’attività sommersa per parte della giornata”.