Pensioni 2024: minime a 670 euro, salta Quota 41

Per le pensioni 2024 la coperta è troppo corta e il grosso delle modifiche sarà rimandato alla prossima legislatura. Nella prossima Manovra di Bilancio ci si limiterà quindi a fare qualche aggiustamento: da Opzione Donna che va ampliata all’innalzamento delle pensioni minime.

Pensioni 2024: ultime su minime, rivalutazione e Opzione Donna

Una delle novità più importanti che interessano le pensioni 2024 riguarda la decisione di applicare per il secondo anno di fila il meccanismo della rivalutazione all’inflazione a scaglioni. Ad oggi, l’inflazione si attesta al 5,7%, a questa va poi aggiunta la differenza tra quella riconosciuta l’anno scorso e l’inflazione realmente registrata. Una rivalutazione piena, però, sarà garantita solo agli assegni fino a 4 volte il minimo pensionistico, ossia fino a 2.254,93 euro lordi al mese. Per le pensioni più alte gli aumenti pieni sono da escludere.

Le pensioni minime, invece, non solo godranno di una rivalutazione piena, ma potrebbero salire fino a 670 euro già dal prossimo anno, anche se l’obiettivo di legislatura rimane l’assegno minimo a 1.000 euro. L’assegno minimo a 650-670 euro potrebbe essere un giusto compromesso tra i 600 euro di adesso e i 700 euro verso cui spinge Forza Italia.

Ancora dubbi da sciogliere, invece, per quanto riguarda Opzione Donna. L’idea è quella di allargare la platea delle beneficiarie: le lavoratrici che hanno raggiunto i 35 anni di contributi, e non solo quelle disabili, caregiver o dipendenti di aziende in crisi, con un’età minima un po’ più alta.

Infine, non ci sono nemmeno i margini per approvare Quota 41, l’anticipo della pensione a 41 anni a prescindere dall’età: si va verso la proroga di Quota 103, ossia verso un pensionamento a 62 anni di età e 41 di contributi con conferma dell’Ape Sociale per i lavoratori che si trovano in condizioni di disagio.