Reddito di Cittadinanza regionale, già 5.000 ok: ecco dove

Un Reddito di Cittadinanza regionale, è l’iniziativa promossa dalla Regione Campania in vista della graduale abolizione del sussidio da parte del Governo Meloni.

La Campania è la regione che più di tutti risentirà (e sta risentendo) della cancellazione del RdC, visto che il 19% dei richiedenti risiede proprio qui. Per questo motivo, dal Comitato di Scopo della Regione è partita una petizione per inserire una misura integrativa regionale (MIR).

RdC regionale, petizione in Campania per la MIR

La petizione Campania per il Reddito! è stata lanciata affinché la Regione Campania intervenga per annullare gli effetti dei tagli, sostenendo i disoccupati e le persone in difficoltà che verranno escluse.

La riforma del RdC, infatti, punta a tutelare i cittadini non occupabili perché disabili, minorenni o over 60, garantendo loro il reddito di Cittadinanza fino a dicembre e da gennaio un Assegno di Inclusione pari a 500 euro mensili. Esclude invece i cittadini tra i 18 e i 59 anni, che perderanno RdC e potranno contare solo sul Supporto per la Formazione e il Lavoro, a patto che si attivino nella ricerca di un impiego.

Ma in Campania la situazione è più drammatica che in altre regioni, anche per quanto riguarda la dispersione scolastica e la difficoltà del collocamento al lavoro dei più giovani. Motivi che hanno spinto il comitato di scopo a lanciare la petizione per la MIR, ossia la Misura Integrativa Regionale.

Niente di troppo nuovo in realtà, visto che la Campania già dal 2004 al 2010 aveva sperimentato un sussidio regionale, poi abrogato dalla sopraggiunta amministrazione di destra, e visto che anche in Puglia esiste uno strumento simile (il reddito di dignità, una misura integrativa e complementare alle altre forme di assistenza).

Reddito di Cittadinanza regionale MIR, cosa chiede la Campania?

I cittadini campani stanno firmando per:

  • una misura integrativa regionale (M.I.R.) da far entrare in vigore a partire dal 1° ottobre del corrente anno, mirante ad annullare le negative conseguenze sociali di un ulteriore restrizione dei requisiti per ottenere il reddito di cittadinanza;
  • quantificare la platea degli attuali percettori di reddito cui corrispondere la M.I.R. in seguito all’esclusione o riduzione del reddito di cittadinanza;
  • rafforzare il partenariato coi Comuni per progettare servizi di pubblica utilità in cui inserire i componenti di quei nuclei familiari che risulteranno esclusi dal reddito di cittadinanza o a cui verrà decurtata la citata misura sociale;
  • giungere alla M.I.R. attraverso un potenziamento dell’integrazione tra il Piano Regionale per la lotta alla povertà 2021-23 e l’attuale Piano sociale regionale;
  • rendere possibile, con una variazione al bilancio di previsione 2023-2025 entro la fine del mese di settembre, quanto richiesto ai punti precedenti.

Per adesso sono state raccolte più di 5.000 firme e la petizione popolare è stata depositata. I tempi però stringono, perché c’è tempo solo fino al 20 settembre prossimo per iscriverla all’ordine del giorno.