Pensioni, INPS: tagli per chi vive più a lungo

Pensioni, arriva dall’INPS la proposta di differenziare l’importo in base all’attività lavorativa svolta, alla speranza di vita dopo il pensionamento e alla Regione di residenza.

L’idea nasce dal concetto che la speranza di vita non è la stessa per tutti: in alcune zone si campa più che in altre, pertanto per qualcuno la pensione dura di più che per altri.

A illustrare bene la proposta dell’Istituto Previdenziale ci pensa Il Messaggero di giovedì 21 settembre.

Pensioni, INPS taglia a chi vive di più

Il sistema con il quale viene calcolato l’assegno pensionistico non tiene conto di alcune diversità fondamentali, quali la speranza di vita una volta compiuti i 67 anni (età in cui si accede alla pensione), la regione in cui il pensionato risiede o semplicemente la maggiore longevità delle donne rispetto agli uomini. Il coefficiente di trasformazione, ossia il numero che trasforma in assegno i contributi versati durante la vita lavorativa è infatti uguale per tutti, ed è una vera e propria ingiustizia secondo l’INPS.

Per questo motivo, l’Istituto ha avanzato una proposta che tenga conto di tali differenze. In linea di massima, è stato dimostrato che i più abbienti vivono in media 5 anni in più rispetto ai meno abbienti. L’assunto è stato possibile prendendo in riferimento la speranza di vita dopo la pensione di un ex lavoratore dipendente, che si trova nella parte più bassa del reddito (vive in media 16 anni dopo la pensione), contro quella di un ex pilota d’aereo che invece si trova nella parte più alta (20,9 anni).

Un concetto che INPS mette bene in evidenza nel dossier che lo stesso Istituto presenterà in calce alla riforma previdenziale e nel quale si legge: ‹‹il non tener conto del fatto che i meno abbienti hanno una speranza di vita inferiore alla media risulta nell’erogazione di una prestazione meno che equa a tutto vantaggio dei più abbienti››.

Pensioni, INPS: in queste regioni assegno più basso

Non solo. La differenza si amplifica ancora di più prendendo a riferimento la regione di residenza del pensionato.

La speranza di vita dopo il pensionamento, infatti, non è uguale ovunque: un uomo, per esempio, una volta raggiunta la pensione a 67 anni, in Campania ne vive altri 17, nelle Marche e in Umbria 18,3. Per le donne, il divario è ancora più importante: 19,6 anni vissuti dopo la pensione in Campania contro i 21,2 del Friuli Venezia Giulia e i 21,6 del Trentino Alto Adige.

La proposta dunque sarebbe quella di ridimensionare la pensione di coloro che hanno una speranza di vita più lunga a favore dei pensionati con una speranza di vita minore. Per farlo, bisognerebbe bloccare l’adeguamento dei coefficienti alla speranza di vita.