Pensioni, aumenti in arrivo nel mese di novembre: il Governo infatti intende riconoscere già dal mese prossimo la quota di inflazione non riconosciuta all’inizio di quest’anno.
L’Esecutivo Meloni ricalca così le impronte del precedente Governo Draghi e anticipa un conguaglio che ormai sarebbe arrivato nel 2024. L’anticipazione arriva dalla Nadef (nota di aggiornamento al DEF), dove il Governo ha alzato la soglia del deficit.
Vediamo di che cifre si tratta.
Il conguaglio della perequazione sulle pensioni che scatterà prima del previsto è frutto della differenza tra l’inflazione reale, quindi effettivamente registrata (8,1%), e quella stabilita a inizio anno (7,3%). Lo 0,8% di differenza sarebbe dovuto essere riconosciuto da gennaio 2024, tuttavia il Governo Meloni ha deciso di anticiparlo al prossimo novembre, come fatto già dal predecessore.
La misura dovrebbe essere inserita in un “decreto anticipi” a cui Palazzo Chigi sta lavorando. Di che importi si tratta?
Innanzitutto, occorre specificare che la somma in questione sarà una tantum, quindi non si ripeterà a dicembre. Dovrebbe avere un importo che va da circa 50 euro per le pensioni minime (525 euro) a poco meno di 200 euro per chi ha un trattamento pari a quattro volte il minimo (2.102 euro lordi mensili).
Al di sopra di questa soglia il conguaglio non sarà pieno, ma verrà applicato in maniera parziale utilizzando il solito meccanismo degli scaglioni usato per calcolare la rivalutazione delle pensioni. Per esempio, per gli assegni oltre i 5.254 euro lordi, superiori a dieci volte il minimo, il recupero sarà limitato al 32% dell’incremento.