Pensione più bassa per chi vive più a lungo, il Governo ci pensa davvero? La voce circola da tempo e all’inizio sembrava che anche INPS avesse proposto a Palazzo Chigi di tagliare la pensione a coloro che hanno una maggiore speranza di vita dopo aver smesso di lavorare (che non a caso sono anche i pensionati più abbienti).
INPS ha preso le distanze da tale proposta («non è nei compiti dell’Istituto fare proposte al legislatore in materia di welfare» ha fatto sapere nel comunicato stampa del 21 settembre), tuttavia ciò non significa che tale ipotesi non esista.
Ma c’è davvero la possibilità che l’assegno pensionistico venga adeguato alla speranza di vita dopo la pensione?
A rivelare qualcosa di più in merito a tale proposta è il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, che durante un’intervista rilasciata a La Repubblica di lunedì 2 ottobre smentisce categoricamente la possibilità di una riforma pensionistica così.
«Mai stata un’ipotesi di questo tipo», risponde il sottosegretario al giornalista che gli chiede di parlare della pensione più bassa per chi vive più a lungo e più alta per chi fa mestieri pesanti e vive meno.
Insomma, la riforma delle pensioni va rivista (soprattutto Opzione Donna) ma non certamente prendendo a riferimento il parametro della speranza di vita: confermata almeno per un altro anno Quota 103, ossia uscita dal mercato del lavoro a 62 anni di età e 41 di contributi.