Dopo la ricarica di ottobre del Reddito di Cittadinanza saranno circa 13 mila i percettori che dovranno definitivamente dire addio al sussidio. Si tratta dei cosiddetti occupabili: hanno tra i 18 e i 59 anni, non sono disabili né presi in carico dai servizi sociali e hanno raggiunto quota 7 mensilità percepite nel 2023.
A stabilirlo è la scorsa Legge di Bilancio, la stessa che prevede anche delle eccezioni alla sospensione. Vediamo dunque chi si salverà dal temuto SMS che annuncia lo stop definitivo alle ricariche.
L’abrogazione definitiva del Reddito di Cittadinanza è prevista da gennaio 2024, ma qualcuno ha dovuto rinunciare al sussidio già da agosto scorso.
La Legge di Bilancio 2023, infatti, ha previsto lo stop alle ricariche dopo 7 mensilità fruite. Regola che vale per tutti tranne che per i nuclei familiari in cui ci sono:
Le famiglie in cui ci sono componenti con queste caratteristiche potranno continuare a beneficiare del Reddito di Cittadinanza per più di 7 mesi, ma comunque non oltre dicembre 2023. Da gennaio potranno poi contare sull’Assegno di Inclusione da 500 euro al mese.
Al contrario, le famiglie con soli membri occupabili (quelle indicate a inizio articolo), una volta terminato RdC potranno fare affidamento solo sul Supporto per la Formazione e il Lavoro: un sussidio da 350 euro mensili che INPS riconoscerà ai percettori con ISEE fino a 6 mila euro che decideranno di intraprendere un percorso di formazione o riqualificazione professionale.