Il cd. Bonus Meloni, ossia il taglio del cuneo fiscale, è confermato anche per il 2024. Riguarderà sempre i lavoratori dipendenti con redditi fino a 35 mila euro, tuttavia con qualche possibile modifica che consenta all’Erario di favorire i redditi medio-bassi.
Sembra infatti che il Governo abbia in mente una sorta di meccanismo a scaglioni: taglio più alto per i redditi più bassi che via via decresce all’aumentare del reddito.
La notizia trapela dal Corriere della Sera di martedì 24 ottobre. Vediamo nel dettaglio.
Ad oggi, il taglio del cuneo contributivo a carico del lavoratore prevede due aliquote:
Secondo quanto si apprende dal Corriere della Sera, nel 2024 il tetto massimo del reddito sul quale applicare il bonus rimarrebbe a 35 mila euro, così come rimarrebbe al 7% il massimo taglio applicato.
Cambierebbero però le fasce di reddito alle quali applicare tali aliquote. In sostanza, si parla di un décalage del Bonus Meloni:
Riconoscere il bonus scaglionato in 5 fasce reddituali, infatti, porterà a perdere tra i 120 e i 160 euro mensili per i lavoratori titolari di redditi tra i 28.000 e 35.000 euro. A tanto ammonta, infatti, oggi il beneficio del Bonus Meloni per coloro che stanno in questa fascia di reddito. A cui si applica l’esonero del 6% per tutto il 2023.
Gli unici che vedrebbero confermata l’attuale riduzione del cuneo contributivo del Bonus Meloni sono i titolari di redditi medio-bassi. A rimetterci, dunque, coloro il cui reddito oscilla tra i 28 e i 35 mila euro annui: per loro il dimezzamento del Bonus dal 6% al 3%, andrà ad assottigliare il beneficio economico in busta paga (da 160 euro circa a 80 euro circa nel caso di 35.000 euro di reddito).
Comunque, stando a quanto scritto dal quotidiano, il Ministro dell’Economia Giorgetti non avrebbe ancora confermato la rimodulazione del taglio del cuneo. Anzi, il testo della Legge di Bilancio 2024 approvata dal Governo il 16 ottobre che nei giorni scorsi era stato modificato con questo nuovo scaglionamento adesso è tornato alla versione originale.