L’aumento pieno delle pensioni nel 2024 non sarà per tutti. Per la rivalutazione del prossimo anno, infatti, il Governo ha deciso di applicare lo stesso meccanismo a scaglioni adottato nel 2023.
In pratica, la rivalutazione all’inflazione 2023 sarà più alta per gli assegni più bassi e andrà calando all’aumentare dell’assegno pensionistico. Vediamo di quanto.
Entro il 20 novembre il Governo dovrebbe stabilire la percentuale di incremento delle pensioni all’inflazione. L’aliquota dovrebbe essere più bassa di quella del 2022 e aggirarsi tra il 5,5 e il 6%.
Tuttavia, non tutti i pensionati avranno una rivalutazione delle pensioni piena del valore dell’inflazione (al 100% del suo valore). Qualcuno dovrà accontentarsi di una rivalutazione minore, e in alcuni casi più bassa.
La notizia emerge dall’ultima bozza della Manovra 2024, all’articolo 29 (Rideterminazione indicizzazione pensioni per l’anno 2024), che prevede una rivalutazione pari al:
Per quanto riguarda la perequazione, dunque, non si notano grandi differenze rispetto allo scaglionamento operato nel 2023: gli unici penalizzati sono i pensionati con assegno superiore a 10 volte il minimo, che passano dal 32% di quest’anno al 22%.
Resta invariata invece per tutti gli altri, anche per i pensionati con un assegno tra 4 e 5 volte il minimo che, stando alla bozza della Manovra, sembrava potessero contare su una rivalutazione pari al 90%: secondo quanto appreso nelle ultime ore, invece, sembra che tale aumento sia saltato.