Con la Manovra 2024 i lavoratori pubblici che andranno in pensione potranno avere una perdita annua fino al 20% della loro ultima retribuzione.
È il tragico epilogo a cui si giungerà a partire dal prossimo anno, secondo quanto prevede l’articolo 33 della bozza della Legge di Bilancio. Lo mettono in luce i sindacati Cgil insieme alle categorie Fp (lavoratori funzione pubblica) e Flc (lavoratori scuola, istruzione, università).
Il testo della Manovra prevede uno stravolgimento delle aliquote di rendimento previdenziali per i trattamenti pensionistici che saranno liquidati a partire dal 1° gennaio 2024. La revisione riguarderà alcune gestioni previdenziali del comparto pubblico.
In particolare la penalizzazione riguarderà gli iscritti alla Cassa per le pensioni ai dipendenti degli enti locali (Cpdel), alla Cassa per le pensioni dei sanitari (Cps), alla Cassa per le pensioni degli insegnanti di asilo e di scuole elementari parificate (Cpi) e a favore degli iscritti alla cassa per le pensioni degli ufficiali giudiziari, degli aiutanti ufficiali giudiziari e dei coadiutori (Cpug).
Secondo le stime sindacali chi andrà in pensione di vecchiaia nel 2024, con uno stipendio ‘tipo’ di 30.000 euro annui lordi, potrà perdere 4.432 euro all’anno. Una cifra che se proiettata fino all’attesa di vita media equivale ad un mancato introito di 70.912 euro.
Salendo a uno stipendio annuo lordo di 50.000 euro il taglio potrebbe raggiungere 7.387 euro, con una decurtazione complessiva proiettata sull’aspettativa di vita media di 118.192 euro.