Medici, taglio Pensione fino a €26.000 annui. Sciopero vicino

Medici e anestesisti minacciano uno sciopero per via della riforma delle pensioni introdotta nella Manovra 2024, che colpisce in maniera pesante la categoria dei lavoratori della sanità.

In particolare, i camici bianchi non riescono a digerire il comma della Manovra 2024 che taglia le pensioni di chi sta per lasciare il lavoro: «è un attacco inaccettabile ai diritti acquisiti», tuonano Assomed e Cimo-Fesmed, due delle principali sigle che rappresentano i medici ospedalieri. Il rischio è un ulteriore esodo dei professionisti della sanità dal Servizio sanitario nazionale.

Medici, Sciopero per tagli pensione

Per il taglio del rendimento delle pensioni i sindacati di medici e anestesisti sono sul piede di guerra.

La sforbiciata sulle future pensioni è pesante (in pratica si riducono le aliquote di rendimento dei contributi versati prima del 1996) e riguarderà, denunciano i medici, quasi il 50% del personale attualmente in servizio con una conseguente perdita stimabile tra il 5% e il 25% dell’assegno pensionistico annuale, da moltiplicare per l’aspettativa di vita media. Nel comunicato di Anaao-Assomed si legge che il taglio può arrivare fino ai 26.347 euro per ogni anno di pensione, per tutta la vita.

La misura rischia dunque di generare una fuga dei cervelli della sanità: una prospettiva definita «inaccettabile» e contro cui i sindacati dei camici bianchi si dichiarano pronti allo sciopero entro dicembre. Ribadiscono così la propria «condanna senza riserve contro la riforma Meloni-Salvini-Tajani che punta a fare cassa sulle pensioni dei medici e dei dirigenti sanitari, che rientrano a pieno titolo in quel 13% di popolazione che contribuisce con le loro tasse al 60% del gettito Irpef».

Per evitare lo sciopero occorre che il Governo ritiri il provvedimento e destini più risorse per il Ssn.

Anche perché, spiega Alessandro Vergallo presidente del sindacato degli anestesisti-rianimatori AaroiEmac, così «si fa in modo che ci si affretti ad andare in pensione, per evitare di ricadere sotto la scure. Stimiamo che il danno diretto per il sistema pubblico sarà la perdita istantanea di oltre un migliaio di anestesisti rianimatori e di medici di Pronto soccorso assunti con contratto e la perdita successiva di un altro 2% l’anno da qui a venire per altri 15 anni».