Nel 2024 nel calcolo dell’ISEE non rientreranno i titoli di Stato e questo permetterà ai cittadini di accedere a prestazioni prima inaccessibili. Non solo, grazie allo scorporo dei titoli di Stato potrà anche aumentare l’importo di tali prestazioni. In particolare, a giovarne saranno i percettori dell’Assegno Unico.
L’accesso all’Assegno Unico non è condizionato dall’ISEE, infatti possono accedervi tutti. Tuttavia, l’ISEE ne influenza l’importo. Grazie alla novità introdotta nella Manovra 2024, i maggiori benefici riguardano coloro che attualmente hanno un indice ISEE più alto. Vediamo perché.
Scorporando i titoli di Stato dall’ISEE questo si abbassa ma non si è davvero più poveri: i titoli di Stato diventano infatti una sorta di salvadanaio, un modo per investire il proprio denaro.
La parte patrimoniale dell’ISEE (rappresentata da conto corrente e investimenti) incide su una quota di circa il 20% nella formazione del valore totale e siccome una buona fetta delle prestazioni è riservata a chi ha un ISEE basso (es. entro i 15 mila euro), lo scorporo dei titoli di Stato avrà effetti trascurabili sull’aumento delle prestazioni. Lo specifica la Relazione tecnica alla legge di bilancio:
«Considerata l’universalità della prestazione e la granularità delle classi ISEE cui corrispondono livelli di prestazioni diverse» l’esclusione degli investimenti dal computo «ha un peso irrilevante per i valori di ISEE bassi, che cresce al crescere dell’ISEE. […] Risulta mediamente quasi dello 0,7% con una incidenza media della prestazione dello 0,23%».
Tra le prestazioni accessibili con l’ISEE c’è l’Assegno Unico per i figli a carico. Come detto, questo è destinato a tutti, anche ai genitori più ricchi, seppure con importo minimo. L’esclusione dei Btp e degli altri titoli di Stato dal computo dell’ISEE avrà dunque effetti sulla prestazione per i figli. L’importo dell’Assegno Unico, infatti, diminuisce all’aumentare dell’ISEE e viceversa. Ciò significa che se l’ISEE è più basso aumenta il valore mensile dell’assegno: ecco perché avere un ISEE più basso garantisce un Assegno Unico più alto.
Siccome per i più abbienti una parte abbastanza rilevante dell’ISEE è data dal patrimonio mobiliare, grazie alla sua parziale esclusione (quella che riguarda appunto l’investimento in titoli di Stato) i cittadini più ricchi potranno contare su un ISEE più basso e quindi godere di un Assegno Unico più alto. Magari anche sopra la quota minima (54 euro al mese), se l’ISEE non supera i 43.240 euro.