Nel consiglio dei Ministri di venerdì scorso il Governo ha approvato in via preliminare il decreto legislativo che introduce il «Concordato Preventivo biennale» e per razionalizzare le norme sull’accertamento tributario che riguarda partite Iva, professionisti e imprese.
Il Decreto da attuazione alla legge delega di riforma del Fisco. Dopo il parere delle competenti Commissioni parlamentari tornerà di nuovo al Governo per il varo definitivo.
Ma vediamo in cosa consiste il concordato preventivo biennale e quali sono i vantaggi promessi alle partite Iva.
Con il Concordato preventivo che avrà validità per due anni, a partire dal 2024, viene introdotta la nuova procedura per definire l’imponibile fiscale e conseguentemente per avere certezza circa il pagamento delle imposte. Parliamo in questo caso di «contribuenti con minore capacità contributiva», sia titolari di reddito di impresa e di lavoro autonomo.
Si tratta in particolare dei contribuenti interessati all’applicazione degli Isa, gli indici sintetici di affidabilità fiscale, con un punteggio di affidabilità pari almeno a 8 sulla base di quanto dichiarato. E che allo stesso tempo non abbiano debiti tributari pari o superiori a 5.000 euro. Chi ha un punteggio Isa inferiore a 8 potrà comunque accedere al Concordato integrando con ulteriore documentazione.
Il nuovo sistema è aperto anche alle partite Iva che hanno optato alla flat tax del 15%, si tratta di 1,7 milioni di autonomi con fatturato non superiore a 85.000 euro annui.
Il concordato viene attivato dall’Agenzia delle Entrate che sulla base dei dati del contribuenti in suo possesso propone alla partita Iva una definizione di Irap e Irpef per 2 anni. Nessun effetto avrà, invece, sull’IVA. Il contribuente che accetta saprà quanto andrà pagare nei successivi due anni a prescindere da quale sarà il reddito effettivo, in più per lo stesso biennio la partita Iva non subirà controlli.
Il sistema incentiva l’adesione, laddove si è in possesso dei requisiti, perchè nel frattampo in quel biennio i controlli e accertamenti saranno concentrati su coloro che non aderiranno o che dovessere successivamente decadere. La decadenza si attiva quando si scopre che il contribuente ha nascosto redditi superiori al 30% di quelli dichiarati. Il sistema ha come obiettivo quello di far cassa e razionalizzare i controlli.
Le partite Iva che aderiranno al nuovo concordato potrà godere di scadenze più comode per effettuare i versamenti dell’acconto e del saldo in scadenza al 30 giugno.
Il Decreto è stato da poco varato. Ora dovrà passare al vaglio delle Commissioni di Camera e Senato. Il Governo si è posto l’obiettivo di far decollare l’istituto già dall’anno prossimo. Entro aprile 2024 l’Agenzia delle Entrate dovrebbe fare la prima proposta ai contribuenti per lasciare tempo per accettarla entro luglio 2024.
A seguire la nuova proposta sarà formulata entro marzo 2026. Salvo decadenza dal concordato e permanendo i requisiti di accesso.