La Carta Docente di 500 euro spetta anche agli insegnanti precari della Scuola. A confermarlo, dopo la sentenza della Corte di Giustizia Europea, è la Corte di Cassazione italiana.
Una sentenza che equivale ad una svolta nell’annosa vicenda, politica, ma tutta giudiziaria, che vede come protagonisti i lavoratori precari della Scuola. Da anni esclusi dalla Carta Docente solo perché “supplenti”, sono stati in molti a far ricorso ai tribunali ottenendo pronunciamenti favorevoli.
Ora arriva la sentenza di Cassazione, la n. 29961 del 27 ottobre 2023. Vediamo cosa potrà cambiare e se, sulla base di questa novità, tutti potranno avere accesso al Bonus.
La Carta del Docente, è un bonus annuale di importo pari a 500 euro ai docenti e destinato alla loro formazione professionale. Sin dalle origini il Bonus è stato escluso per i personale precario, un contingente di circa 200.000 lavoratori l’anno con contratti fino al 31 agosto o fino al 30 giugno. In molti però non si sono arresi e con il sostegno del sindacato della scuola ANIEF hanno proposto e vinto numerosi ricorsi. Finanche alla Corte di Giustizia Europa. E ora c’è il primo pronunciamento della Cassazione in Italia, che accoglie la tesi del tribunale europeo ed estende il Bonus anche ai docenti. Riconoscendo anche il diritto alle annualità arretrate.
Da ora in poi quindi la Carta Docente sarà erogata anche a tutti gli insegnanti? Per ora non c’è nulla di automatico. La sentenza di Cassazione si applica al caso specifico. Perché il beneficio sia esteso a tutti è necessario che vi sia una modifica legislativa, alla Legge sulla Buona Scuola introdotta dal Governo Renzinel 2015.
La decisione è quindi politica, spetterà dunque al Governo decidere se intervenire sulla materia, stanziando risorse anche per il personale precario. La situazione di contesto è tuttavia favorevole, poiché ora c’è un giudice di legittimità (la Cassazione per l’appunto, e non solo tribunali) che ha riconosciuto come la mancata attribuzione del bonus di 500 euro ai precari viola il principio comunitario di non discriminazione, ossia il principio di parità di trattamento retributivo tra i dipendenti di ruolo e i dipendenti assunti con contratti a termine.