Approvato in via preliminare dal Governo Meloni il decreto legislativo che dà avvio al concordato preventivo biennale.
Trattasi di un patto tra i lavoratori autonomi e l’Agenzia delle Entrate sui redditi prodotti, avente durata di due anni.
Il concordato risulta vantaggioso per molti lavoratori, ma non tutti ne potranno beneficiare, vediamo quali.
Prima di tutto dobbiamo dire che, il concordato preventivo biennale è rivolto ai soggetti titolari di partita iva interessati all’applicazione degli ISA con un punteggio pari almeno a 8 e ai soggetti forfettari.
E’ sostanzialmente un accordo che entrerà in vigore dal 2024, in cui il lavoratore autonomo titolare di partita iva e l’Agenzia delle Entrate concordano preventivamente le imposte da versare nei 2 anni sulla base dei dati messi a disposizione dall’agenzia stessa.
Quali sono i vantaggi?
Il concordato preventivo risulta vantaggioso per il contribuente che lo accetta, in quanto gli consente di conoscere quanto andrà a pagare di tasse nei successivi due anni a prescindere da quale sarà il reddito effettivo, pertanto nel caso in cui il contribuente nel corso dei due anni percepirà un reddito aggiuntivo rispetto a quello prospettato dall’Agenzia delle Entrate, non sarà soggetto a tassazione.
Inoltre per lo stesso biennio, il contribuente non subirà controlli da parte dell’Amministrazione finanziaria.
Non tutti i contribuenti titolari di partita iva potranno beneficiare dei vantaggi derivanti dal concordato, al momento sono esclusi questi soggetti:
Si fa presente che i soggetti con punteggio ISA inferiore a 8 possono accedere al concordato preventivo fornendo ulteriore documentazione.
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