Il rinnovo del CCNL Bancari sottoscritto tra ABI, Intesa San Paolo, e i sindacati Fabi, First-Cisl, Fisac-Cgil, Ugl Credito, Uilca, non si applica a tutti i lavoratori del settore.
I 435 euro di aumento sui minimi retributivi che arriveranno, a scaglioni, lungo tutta la vigenza contrattuale, non andranno infatti ai lavoratori dipendenti dell Banche appartenenti al cosiddetto Credito Cooperativo.
Se i lavoratori a cui si applica il CCNL ABI rinnovato del 2023 riceveranno a breve gli aumenti stipendiali, lo stesso non può dirsi per i bancari delle BCC e delle società del gruppo bancario cooperativo.
A loro si applica il CCNL Federcasse firmato con gli stessi sindacati categoriali, che di norma, viene sottoscritto dopo quello ABI. Così avvenne anche durante la precedente tornata contrattuale.
Il 19 dicembre 2019 venne sottoscritto il rinnovo del CCNL ABI che portava 190 euro in più in Busta paga alla 3a AP 4° Livello. E solo 3 anni dopo, 11 giugno 2022, con la sottoscrizione del rinnovo Federcasse-sindacati i dipendenti delle banche rurali e artigiane ricevevano pari aumento di 190 euro, al medesimo livello. Gli aumenti sui minimi sono gli stessi e portano al medesimo importo rendendo gli stipendi identici. Ma il montante stipendiale è ben differente con evidente svantaggio per i lavoratori delle BCC poiché in questo caso hanno ricevuto gli aumenti 3 anni dopo.
La ‘sensazione’ è che anche in questa tornata contrattuale la dinamica sarà più o meno la stessa. ABI ha sottoscritto il rinnovo il 23 novembre 2023 mentre Federcasse al momento non appare vicina a sottoscrivere l’intesa. La sigla datoriale delle BCC infatti ha da poco (ottobre scorso) definito la stesura contrattuale con i sindacati, relativa al CCNL scaduto il 31 dicembre 2022. E stando ad un recente comunicato UILCA la piattaforma rivendicativa per il rinnovo del CCNL, con le richieste dei lavoratori, ancora non è arrivata a Federcasse…