Commercio-Turismo: “salari sotto 11.000€ e più soldi sul lavoro domenicale”

Gli stipendi dei lavoratori e le lavoratrici del Commercio, Servizi, Turismo sono troppo bassi. Esiste in questo settore un problema di “salario povero” al quale occorre mette immediatamente un freno, anche meglio ricompensando le maggiorazioni del lavoro domenicale.

Ne è convinto il Segretario Generale Uiltucs Paolo Andreani che in un’intervista Adnkronos/Labitalia fa il punto sulla trattativa per i rinnovi dei CCNL Commercio e Turismo, e annuncia di alzare la posta con le controparti datoriali.

Commercio e Turismo: rinnovi CCNL e più soldi sul lavoro domenicale

Dopo gli scioperi contro la Manovra di novembre i sindacati, questa volta unitariamente, si apprestano a fermare lo shopping natalizio per il 22 dicembre 2023, data nella quale è previsto lo sciopero nazionale per il rinnovo del CCNL proclamato da Filcams-Fisascat-Uiltucs. Il contratto è fermo al 31 dicembre 2019 e i sindacati chiedono l’adeguamento degli stipendi al costo della vita.

All’IPCA, precisa Andreani, che già a luglio aveva detto no a qualsiasi ipotesi di rinnovo sotto i 150-180 euro (al 4° livello).

“Su 1,2 mln di lavoratori del turismo 6 su 10 guadagnano meno di 11mila euro all’anno. E su 2,5 mln di lavoratori del terziario, inteso come commercio tradizionale e quello avanzato, 3-4 su 10 sono nella stessa condizione, e cioè guadagnano anche essi meno di 11mila euro l’anno. Si tratta di persone che o hanno discontinuità lavorativa, o part-time a basso orario, o lavoratori a tempo determinato a bassa qualificazione”, spiega il Segretario Uiltucs nazionale riprendendo il discorso sul lavoro povero nel settore.

E’ chiara la richiesta che arriva dalla Uiltucs con il segretario generale Paolo Andreani e che sarà posta nella prossima tornata di rinnovi contrattuali per “sconfiggere quello che per noi è lavoro disagiato”, sottolinea Andreani, intervistato da Adnkronos/Labitalia.

La soluzioni sono i rinnovi contrattuali puntuali e più soldi sulle flessibilità richieste ai lavoratori per lavoro domenicale, notturno e festivo. “Altrimenti i lavoratori sono pronti a dire basta”, aggiunge.

Ci sono lavoratori che impiegati per 52 domeniche all’anno nel commercio e la grande distribuzione. E la maggiorazione è appena del 30%, sottolinea, “noi vogliamo aumentarla, portarla almeno al 40-50%”.