Questo finale del 2023 sarà ricordato per gli acconti retributivi erogati a milioni di lavoratori, quale alternativa al rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro e all’adeguamento certo degli stipendi.
E’ andata così prima con i lavoratori del pubblico impiego e poi con i lavoratori dei supermercati e catene di vendita della Distribuzione cooperativa.
Il decreto Anticipi dello scorso ottobre, in questi giorni in discussione in Parlamento per la sua conversione in legge, ha fatto da apripista. In attesa di rinnovare i CCNL di comparto per il triennio 2022-2024 (già in ritardo dunque), il Governo ha pensato di rivalutare l’IVC, l’indennità di vacanza contrattuale erogata ai lavoratori in attesa del rinnovo.
Nel mese di dicembre tutti i lavoratori statali riceveranno un adeguamento dell’IVC pari a 6,7 volte dell’importo già in erogazioni fino ad ora. La rivalutazione è “a valere sul 2024”, quindi costituisce a tutti gli effetti un’anticipazione sull’anno che verrà. Per i sindacati e alcuni commentatori una mossa politica per indebolire le ragioni degli scioperi, ma anche un un segnale non confortante nella direzione di un imminente rinnovo dei CCNL. Ma questo lo scopriremo solo in avanti.
Nel frattempo il Ministero della Pubblica Amministrazione, dopo lo stanziamento di circa 13 milioni di euro, si è portato in avanti facendo uscire le prime indicazioni sulla misurazione delle performance individuali dei lavoratori PA.
Sulla stessa scia – potremmo dire – del Governo si colloca la decisione di qualche giorno fa di ANCC-COOP, associazione aderente a Legacoop, di erogare un Acconto sui futuri aumenti tabellari contrattuali ai lavoratori.
Il CCNL Commercio, Terziario, Servizi è scaduto da 4 anni (31 dicembre 2019), i sindacati giocano la partita del rinnovo su più tavoli (Confcommercio, Confesercenti, Federdistribuzione, Distribuzione cooperativa) ma ancora non si è arrivati a chiusura. Nel frattempo l’inflazione scende ma ha già messo a dura prova i salari dei lavoratori col rialzo dei prezzi fermi al 2019.
E così una parte delle aziende di vendita appartenenti alla Distribuzione cooperativa, quelle appunto aderenti a ANCC-COOP, tra cui spunta anche il noto marchio Coop, ha deciso di riconoscere 30 euro ai lavoratori decorrere dal cedolino paga di novembre 2023 a titolo di acconto.
Un decisione per provare a spegnere gli animi in vista dello sciopero del commercio e servizi proclamato da Filcams-Fisascat-Uiltucs per il 22 dicembre prossimo. Che avrà sicuramente ripercussioni sulla trattativa.