Disoccupazione Agricola, prima che si aprano le domande per l’indennità del 2024 i braccianti hanno ancora 30 giorni di tempo di soddisfare i requisiti necessari per accedervi.
Dal 1° gennaio si aprirà la finestra per richiedere l’indennità agricola anche nel 2024. Per ottenerla occorre aver lavorato nei campi per un minimo di giornate nel biennio precedente all’anno in cui si fa la domanda.
Ecco perché i 30 giorni che mancano alla fine dell’anno possono essere determinanti nel calcolo. Vediamo meglio.
Hanno diritto alla disoccupazione agricola i lavoratori agricoli dipendenti e le figure equiparate, come gli operai o salariati agricoli con contratto a tempo determinato o a tempo indeterminato che lavorano per parte dell’anno.
Per accedervi occorrono 3 requisiti:
Per avere la disoccupazione agricola nel 2024 occorre quindi aver completato 102 giornate di lavoro (in prevalenza nei campi, tra il 2022 e il 2023) entro il 31 dicembre 2023. Ecco perché lavorare anche a dicembre è fondamentale per chi non ha ancora raggiunto questa soglia limite.
L’indennità agricola spetta nella misura del 40% della retribuzione di riferimento per gli operai agricoli a tempo determinato (con contributo di solidarietà del 9% applicabile per massimo di 150 giornate) e del 30% della retribuzione effettiva per operai agricoli a tempo indeterminato.
Nel caso in cui il lavoratore abbia instaurato più rapporti di lavoro con retribuzioni diverse, il salario medio è calcolato attraverso la media ponderata tra i diversi salari.
Il salario medio calcolato viene poi moltiplicato per il numero di giornate pari a quelle lavorate nell’anno precedente entro il limite massimo di 365 giornate annue. Da queste vanno detratte:
Da ciò si determinata l’imponibile sui cui calcolare l’Irpef sulla disoccupazione agricola, che arriva poi nelle tasche dei richiedenti non prima di maggio o giugno.
Come detto, le domande per richiedere la disoccupazione agricola nel 2024 si apriranno il 1° gennaio e rimarranno aperte fino al 31 marzo.
Può essere inviata autonomamente, in via telematica attraverso il sito INPS. Se invece si preferisse ricorrere a un patronato c’è da sottrarre dal totale un contributo sindacale che varia tra gli 80 e i 100 euro.