Il trattamento integrativo dall’art. 1 del Decreto Legge n. 3 del 5 febbraio 2020 prevedeva un rimborso di 100 euro a tutti i lavoratori dipendenti con reddito tra i 8.174 e i 28 mila euro.
Con la riforma fiscale del 2022 il limite del trattamento integrativo è stato ridotto a 15 mila euro.
Per quanto riguarda il personale a tempo determinato della Scuola e precisamente:
NoiPA simula il reddito fino alla fine del contratto di lavoro al fine dell’attribuzione del bonus 100 euro (trattamento integrativo).
Per esempio, un docente che abbia un imponibile fiscale mensile di 1500 euro agli “occhi” di NoiPA avrà un reddito annuo di circa 10 mila euro, inferiore, su base annua, a 15 mila euro e pertanto il bonus viene attribuito in automatico.
La stesa cosa capita al docente fino al mese di agosto al quale verranno riconosciuti 800 euro per gli otto mesi maturati.
Il problema sorge con l’anno scolastico nuovo.
Quando i nuovi contratti sono stipulati, NoiPA in automatico, non attribuisce più il bonus 100 euro in quanto il programma si accorge che i limiti di reddito saranno superati.
A questo punto cosa succede?
Avendo superato il limite di 15 mila euro annui, i lavoratori a tempo determinato saranno soggetti al recupero del bonus 100 euro indebitamente percepito.
Si tratta di un debiti di 600 euro per i supplenti fino al 30 giugno e di 800 euro per i supplenti fino al 31 agosto.
Il debito del trattamento integrativo viene trattenuto in 5 rate mensili di 120 euro per i supplenti fino al 30 giugno.
Per i supplenti fino al 31 agosto il debito viene recuperato in 7 rate di 114,29 euro mensili.
La cosa migliore da fare, per il personale precario, è quella di rinunciare al trattamento integrativo accedendo a questa pagina del portale NoiPA:
Una volta raggiunta questa pagina si seguono le istruzioni per effettuare la rinuncia.
In ogni caso, se si ha diritto al bonus, si può avere il rimborso in fase di presentazione della dichiarazione dei redditi dove viene calcolato automaticamente.