Abbassare l’ISEE entro il 31 dicembre è possibile ed è legale. E’ una mossa utile per ridurre il proprio indicatore della situazione economica equivalente al fine di accedere a prestazioni sociali e Bonus di varia natura. Erogati da Inps o da altri enti (come i Comune). Ma ci sono alcune cose importanti da sapere.
In vista del calcolo ISEE occorre sapere che i redditi e i patrimoni presi in considerazione sono quelli aggiornati a due anni prima rispetto all’anno in cui si presenta la DSU, Dichiarazione sostitutiva unica.
Quindi per chi presenta la DSU nel 2024 dovrà dare i dati relativi al 2022, come la giacenza media dei conti correnti dell’anno 2022, il credito residuo e i patrimoni mobiliari e immobiliari al 31 dicembre 2022, come ad esempio: conti correnti di Banca o Poste, buoni fruttiferi, titoli di stato, titoli azionari, quote societarie, ecc. Vale la pena ricordare che questi investimento vengono valutati solo per il 20% del suo ammontare. Sottraendo le franchigie di legge in base ai membri del nucle familiare.
In questa fase ciò che si può fare è organizzarsi al meglio in vista dell’ISEE 2025. Oppure in alternativa prendere in considerare l’ipotesi di richiedere l’ISEE corrente, ma per fare questo ci sono regole e finestre temporali precise da approfondire cliccando qui.
Meno fortunato si rivela il consiglio di cointestare un conto corrente postale o bancario in modo da dividere in due il ‘peso’ del patrimonio. Almeno per due ragioni: 1) l’altro cointestatario deve stare fuori dal nucleo familiare altrimenti l’operazione si rivelerebbe inutile; 2) cointestare il conto ad un soggetto ‘esterno al nucleo’ implica che anche l’ISEE dell’altro possa salire, quindi potrebbe non essere conveniente per ”l’altro”.
Con la Legge di bilancio per il 2024 in approvazione presso entro la fine di dicembre, il Governo ha deciso di tenere fuori dal conteggio ISEE i titoli di Stato, buoni postali, fino ad un importo massimo di 50.000 euro.
Questo consentirà alle famiglie di sterilizzare questi investimenti in vista del calcolo del proprio ISEE. Ad esempio se entro il 31 dicembre 2023 una famiglia compra 5.000 euro di buoni fruttiferi postali utilizzando le risorse disponibili sul conto corrente, il credito del conto scenderà anche ai fini ISEE e l’importo andrà a finire in un titolo “rifugio”, cioè non utile a far salire l’ISEE. Chiaramente operazioni effettuate entro la fine del 2023 avranno effetti per il 2025, proprio per il principio spiegato sopra.