E’ finalmente arrivata la bozza di decreto attuativo scritto dalla Funzione pubblica insieme al ministero per l’Università per rilanciare l’inserimento di giovani nel settore pubblico.
Tale bozza rende operativo quanto previsto a giugno nella legge di conversione del decreto sulla Pubblica amministrazione (articolo 3-ter del Dl 44/2023, recante “Misure per favorire il reclutamento di giovani nella pubblica amministrazione“).
L’obiettivo è quello di rilanciare l’apprendistato per avvicinare i giovani under 30 al “posto fisso” garantito dagli enti pubblici centrali o locali, ormai poco attrattivo. Vediamo cosa dispone.
Per selezionare i nuovi apprendisti, le pubbliche amministrazioni dovranno adottare e valutare vari criteri, tra cui:
Per reclutare i giovani in linea con i profili richiesti, le pubbliche amministrazioni potranno stipulare delle convenzioni con le Università, le quali potranno segnalare i giovani meritevoli che non abbiano superato i 24 anni e che abbiano completato gli esami previsti dal piano di studi. La carriera universitaria e l’eventuale presenza di titoli post lauream e di esperienze professionali già maturate guideranno i punteggi nelle selezioni, che saranno articolate su una prova scritta (anche a contenuto teorico-pratico) e un esame orale.
All’apprendistato, gli enti centrali o locali potranno dedicare fino al 10% delle proprie possibilità assunzionali. Chi avrà questo contratto, che potrà durare fino a 36 mesi, sarà inquadrato nel livello retributivo iniziale dell’area dei funzionari. Nel caso dei ministeri, per esempio, si tratta di un tabellare da 1.792 euro lordi al mese per 13 mensilità.
L’apprendista che alla fine dei 3 anni avrà ricevuto una valutazione positiva del servizio prestato potrà, in modo sostanzialmente automatico, firmare un contratto a tempo indeterminato.