Con l’inizio del nuovo anno ripartono i contatori dei fondi sanitari previsti dai contratti collettivi e milioni di lavoratori avranno più soldi per i rimborsi.
Vediamo di cosa si tratta esattamente e quali sono i vantaggi su cui potranno contare i dipendenti iscritti o che si iscriveranno ai Fondi di Assistenza Sanitaria integrativa.
Da anni in Italia si è sviluppata una fitta rete di fondi di assistenza sanitaria integrativa previsti dai CCNL dei settori privati. L’iscrizione a queste forme di welfare sono un diritto contrattuale di ogni singolo lavoratore. Il beneficio è il rimborso delle spese sanitarie sostenute dal lavoratore (analisi cliniche, visite specialistiche, diagnostica, day hospital, spese infermieristiche, ecc.) o in alcuni casi il pagamento in forma diretta.
Secondo quanto previsto dai vari CCNL il datore può non iscrivere il lavoratore, in questo caso gli deve più soldi nel cedolini paga e il rimborso diretto delle spese sanitarie (come riconosciuto anche da alcune sentenze di tribunale).
E’ il datore di lavoro che effettua l’iscrizione e paga le quote, in tutti i settori. In alcuni settori produttivi il lavoratore integra con una quota aggiuntiva trattenuta in busta paga. Questa quota aggiuntiva nel caso dei lavoratori metalmeccanici con Métasalute, ad esempio, offre piani sanitari con maggiori prestazioni.
I fondi sanitari rimborsano o anticipano le spese sanitarie secondo le prestazioni e gli importi previsti dai diversi Piani sanitari dei Fondi (esempio EST, Metasalute, Sanarti, Cadiprof, ecc.).
Ai fondi possono iscriversi anche i familiari dei lavoratori dipendenti, secondo le regole e le quote previsti dai CCNL.
I fondi sanitari che integrano le prestazioni del Servizio Sanitario Nazionale, sono nati dalla contrattazione collettiva e sono enti privati. Garantiscono prestazioni per milioni di lavoratori difendendo il loro potere di acquisto. I fondi sanitari più numerosi, che rappresentano più iscritti sono:
La buona notizia per milioni di lavoratori dei settori privati è che dal 1° gennaio di ogni anno si azzera il contatore di ogni singola prestazione.
Questo significa che il massimale rimborsabile per anno per ciascuna prestazione si azzera e il lavoratore può tornare a chiedere il rimborso di quelle spese per cui ha raggiunto il “tetto”. Si parte da importi che vanno dai 100 euro fino ad arrivare ad importi superiori ai 1.000 euro per interventi chirurgici presso strutture sanitarie private convenzionate.
Pensiamo al classico caso delle spese odontoiatriche, le più ambite e garantite con massimali di vario importo. Oppure al ‘Pacchetto Maternità’ che accompagna le donne nelle visite di prevenzione oppure durante la gravidanza.