Il percettore dell’Assegno di Inclusione incapperà nella sospensione del sussidio se entro 120 giorni dall’accoglimento della domanda non avrà effettuato il primo colloquio con gli operatori dei servizi sociali.
Anche l’Assegno di Inclusione, così come il Supporto Formazione e Lavoro (i due sussidi hanno sostituito il Reddito di Cittadinanza), spetta solo se il percettore e i suoi familiari intraprendono un percorso personalizzato di inclusione sociale e lavorativa.
Per attivare il percorso è necessario il coinvolgimento dei servizi sociali, ai quali il beneficiario è obbligato a rivolgersi pena la sospensione o la decadenza del sussidio. Vediamo meglio.
L’Assegno di Inclusione spetta ai nuclei familiari con un ISEE al di sotto di 9.360 euro in cui è presente almeno un membro disabile, over 60, minorenne o in condizione di svantaggio.
Una volta inviata la domanda, tramite la piattaforma SIISL, il richiedente è tenuto a sottoscrivere il patto di attivazione digitale, col quale si impegna a presentarsi al primo appuntamento presso i servizi sociali entro 120 giorni dalla sottoscrizione del PAD, al fine di identificare i bisogni del nucleo familiare nel suo complesso e dei singoli componenti.
Se la convocazione da parte dei servizi sociali non arriva, è lo stesso percettore dell’Assegno di Inclusione a dovervisi recare autonomamente, al fine di consentire la valutazione multidimensionale dei bisogni del nucleo familiare.
Come spiegato nella circolare INPS n. 105 del 16 dicembre 2023, la valutazione multidimensionale consente:
Siccome la valutazione multidimensionale è uno step fondamentale per la percezione dell’Assegno di Inclusione, il beneficiario che non si presenta presso i servizi sociali incapperà:
In caso di sospensione dell’Assegno di Inclusione, INPS provvederà a sbloccare i pagamenti non appena si sarà svolto l’incontro tra il percettore e l’operatore dei servizi sociali.