Per il rinnovo del CCNL Artigianato Area Tessile-Moda e Chimica-Ceramica manca la discussione sulla parte economica del rinnovo.
A metterlo in rilievo è un comunicato unitario dei sindacati Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil che da qualche mese conducono il negoziato con le rappresentanze datoriali di Confartigianato, CNA, CLAAI e Casartigiani.
Il CCNL degli Artigiani è scaduto il 31 dicembre 2022 e siamo ad un anno di carenza contrattuale
Finora le parti si sono confrontati su temi come l’aggiornamento del contratto a tempo determinato con la richiesta di inserire delle regole sulla stagionalità nel settore Pulitintolavanderie, l’allungamento del periodo di prova per tutti i livelli e dei periodi di preavviso in caso di licenziamento e dimissioni.
I sindacati fanno sapere anche di aver registrato le prime importanti aperture rispetto alle richieste della piattaforma sindacale:
Alla trattativa manca una discussione sulla parte economica del contratto. I sindacati chiedono un adeguamento degli stipendi agli indici inflattivi registrati dall’ISTAT, che si aggirano tra il 15 e il 18% dei minimi.
Non andrà come per i lavoratori artigiani della metalmeccanica e installazione d’impianti che hanno ottenuto un acconto di 96 euro sui futuri aumenti del rinnovo. Si punta direttamente al rinnovo per il quadriennio 2023-2026.
“In vista della prossima plenaria che si terrà il 20 febbraio 2024 – si legge nel comunicato – , abbiamo invitato la parte datoriale ad iniziare la discussione sulla parte economica, così da avviarci alla conclusione della trattativa nel più breve tempo possibile”.