Dal 2024 l’indennità ISCRO, riconosciuta ai liberi professionisti iscritti alla Gestione separata INPS che esercitano per professione abituale attività di lavoro autonomo, diventa strutturale.
Se dal 2021 al 2023 l’ISCRO era in fase di cd. sperimentazione, la Legge di Bilancio 2024 non solo conferma la misura ma la rende perpetua nel tempo. Per finanziare la prestazione, il Governo ha stanziato 212,7 milioni di euro da 2024 al 2033.
La misura è regolata dall’art. 1 commi 142 e seguenti della Legge di Bilancio. Vediamo cosa prevede.
L’Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa spetta, come detto, ai lavoratori autonomi iscritti alla gestione separata dell’INPS. Per fare domanda c’è tempo fino al 31 ottobre 2024.
Non spetta a tutti indistintamente, ma soltanto a coloro che soddisfano una serie di requisiti:
Rispetto agli anni passati aumenta la soglia reddituale per accedervi e diminuiscono gli anni di titolarità di partita IVA: due requisiti, questi, che fanno inevitabilmente aumentare la platea dei destinatari dell’indennità.
L’ISCRO ammonta al 25%, su base semestrale, della media dei redditi da lavoro autonomo dichiarati dal soggetto richiedente nei due anni antecedenti a quello che precede la presentazione della domanda.
Decorre dal giorno dopo dalla data di presentazione della domanda e ha un durata massima di 6 mesi.
L’importo non potrà superare il limite di 800 euro mensili e non potrà essere inferiore a 250 euro mensili. L’anno scorso il tetto massimo era di 881,23 euro e quello minimo di 275,38 euro.
Con la rivalutazione ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie degli operai e gli impiegati rispetto all’anno precedente, che dovrebbe avere un’aliquota del 5,4%, l’importo massimo dovrebbe salire a 928,81 euro. A tal proposito si attende la conferma Inps. L’incremente dovrebbe quindi ammontare a 47,58 euro mensili.
Di conseguenza salirà anche l’importo minimo di 14,87 euro e così salirà a un totale di 290,25 euro.