Un mese è ormai passato da quando è stato liquidato l’anticipo IVC ai dipendenti a tempo indeterminato gestiti da NoiPA. La velocità con cui l’anticipo è stato corrisposto lascia però spazio a dubbi e a incertezze: cosa succederà ai dipendenti che andranno in pensione dal mese di dicembre 2023 fino a tutto il 2024? Esiste il rischio di un forte recupero quando saranno in pensione?
Per quanto riguarda il rinnovo dei contratti del pubblico impiego per il triennio 2022-2024, i governi che si sono succeduti hanno così provveduto agli stanziamenti:
Come abbiamo visto, per l’anno 2023 non sono state stanziate risorse per il rinnovo dei contratti pubblici.
NoiPA ha provveduto a liquidare l’anticipo a tutti i dipendenti a tempo indeterminato in servizio a tutto il 1° dicembre 2023 compreso.
Questo significa che le somme anticipate, dovranno essere conguagliate in occasione della firma del nuovo contratto 2022-2024.
Alla luce di quanto esposto, in mancanza di disposizioni a riguardo, va da sé che tutti coloro che hanno percepito l’anticipo e saranno collocati in pensione da dicembre a 2023 a dicembre 2024 andranno a debito in quanto l’acconto erogato sarà molto probabilmente maggiore rispetto all’incremento del rinnovo contrattuale.
Fatte le debite considerazioni – ipotizzando il rinnovo contrattuale nel 2025 – non si può negare che chiedere a un dipendente, che ha cessato il suo rapporto di lavoro da oltre due anni, la restituzione dell’anticipo crea un lavoro pesante e imbarazzante per gli uffici che dovranno procedere al recupero generando situazioni di contenzioso. Il buon senso potrebbe suggerire di soprassedere ma il funzionario che dovesse chiudere un occhio si troverebbe nella rischiosa situazione di commettere un danno erariale.