I pagamenti dell’Assegno di Inclusione partiranno dal prossimo 26 gennaio. A riceverlo per primi saranno i richiedenti che entro il 7 gennaio hanno presentato la domanda, avuto l’esito positivo e sottoscritto il Patto di attivazione digitale.
La prestazione spetta solo alle famiglie che, oltre a rispettare stringenti requisiti, hanno un ISEE sotto i 9.360 euro e in cui ci sono soggetti disabili, over 60, minorenni o in condizioni di svantaggio.
Ma quale ISEE viene prese a riferimento? E soprattutto, che succede se i richiedenti la prestazione non riescono ad aggiornare l’ISEE per tempo? Proviamo a sciogliere ogni dubbio.
Per accedere all’Assegno di Inclusione occorre che il nucleo familiare del richiedente abbia:
L’ISEE che viene preso a riferimento per riconoscere il sussidio, dunque, è quello in corso di validità, quindi l’ISEE 2024 (aggiornato alla situazione del 2022).
Tuttavia, per dare a tutti il tempo necessario per aggiornare l’ISEE, l’articolo 3, comma 3, del D.M. n. 154/2023 ha stabilito che, in sede di prima applicazione, «per le domande presentate fino al mese di febbraio 2024, in assenza di un ISEE in corso di validità, la verifica dei requisiti ai fini della erogazione nei mesi di gennaio e febbraio 2024, ove ricorrano le condizioni, è realizzata sulla base dell’ISEE vigente al 31 dicembre 2023».
Pertanto, se prima di presentare la domanda il richiedente l’Assegno di Inclusione non ha aggiornato l’ISEE 2024, la verifica dei requisiti ai fini dell’erogazione verrà realizzata prendendo a riferimento l’ISEE 2023. Ciò vale per le mensilità di gennaio e febbraio. Per l’erogazione del beneficio nei mesi successivi, invece, è necessario avere un ISEE in corso di validità.
Ai fini dell’Assegno di Inclusione, c’è quindi tempo fino al 29 febbraio 2024 per aggiornare l’ISEE. Se a marzo la nuova attestazione ISEE non fosse ancora disponibile, la prestazione verrà sospesa.