La percezione del Supporto Formazione e Lavoro (SFL) non è automatica: per avere i 350 euro mensili, infatti, non basta rispettare i requisiti previsti dalla legge.
Il SFL è uno dei due sussidi (l’altro è l’Assegno di Inclusione) che ha sostituito il Reddito di Cittadinanza ed è rivolto ai singoli componenti tra i 18 e i 59 anni delle famiglie in cui l’ISEE non supera i 6.000 euro. I requisiti per accedervi sono molto stringenti, ma non basta rispettarli tutti.
Il pagamento del SFL è infatti condizionato alla partecipazione a progetti di formazione, di qualificazione e riqualificazione professionale, di orientamento, di accompagnamento al lavoro e di politiche attive del lavoro comunque denominate (art. 12 del D.L. Lavoro 2023). Per intraprenderli occorre rivolgersi ai Centri per l’Impiego.
Per usufruire del Supporto Formazione e Lavoro occorre sottoscrivere il Patto di attivazione digitale (PAD) all’esito positivo dell’istruttoria della domanda. Nel PAD, il richiedente fornisce le informazioni essenziali per la presa in carico e individua, ai fini dell’attivazione al lavoro, almeno tre agenzie per il lavoro o enti autorizzati all’attività di intermediazione. Allo stesso tempo si impegna a presentarsi alla convocazione del servizio per il lavoro competente per la stipula del patto di servizio personalizzato.
È proprio a questo che servono i Centri per l’Impiego. Una volta sottoscritto il PAD, infatti, il Centro per l’Impiego convoca il soggetto richiedente il sussidio, tramite un SMS o una mail. La convocazione è per un giorno e un’ora specifici, come nel caso che segue:
Nell’esempio in foto, il cittadino è convocato martedì 16 gennaio alle ore 10 presso il Centro per l’Impiego di Velletri (provincia di Roma), proprio in riferimento alla sua domanda di Supporto Formazione e Lavoro.
Presso il Centro per l’Impiego, il soggetto richiedente il SFL dovrà sottoscrivere o aggiornare il Patto di servizio personalizzato, una sorta di accordo formale tra il lavoratore e il CpI stesso in cui vengono definite le azioni da intraprendere per la ricerca attiva del lavoro. Nel patto di servizio verranno stabilite le attività più in linea con il profilo professionale del cittadino, che lo stesso si impegna a frequentare e rispettare pena la decadenza del sussidio.
INPS non paga finché il cittadino non intraprende il percorso di politica attiva. Pertanto, nel caso in cui la convocazione dal CpI competente non arrivasse in tempi brevi, è bene che sia il richiedente stesso a recarvisi autonomamente. Nel caso in cui, invece, il giorno in cui è convocato non potesse presentarsi, bisognerà che entro il giorno successivo alla convocazione giustifichi l’assenza (inviando, per esempio, un certificato medico).
Come detto, i pagamenti saranno sbloccati una volta che il cittadino avrà iniziato a frequentare l’attività prescelta. I 350 euro mensili saranno riconosciuti per tutta la durata del percorso di attivazione lavorativa, comunque non per più di 12 mesi.