La riforma delle pensioni a cui punta il Governo non consisterà in una revisione della Legge Fornero. E’ troppo costosa, ha ammesso il Sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, ragionando con il quotidiano Repubblica.
L’intervista all’esponente governativo lascia quindi intendere che rispetto alle promesse pre-elettorali ci sarà un’evidente marcia indietro. L’obiettivo è una soluzione “sostenibile per i conti e per il mercato del lavoro, flessibile e duratura”.
Si punta tutto su quota 41 con una modifica ‘a tempo’, si parla di 10 anni che non sarà uguale per tutti: punterà a non incentivare le uscite pensionistiche nei settori dove c’è carenza di manodopera e specializzazioni. Come in quelloi sanitario.
“Faremo una riforma delle pensioni per un decennio – ha rimarcato – , incentivando a restare al lavoro nei settori in cui c’è bisogno. E favorendo l’uscita con 41 anni di contributi negli altri”, a prescindere dall’età anagrafica.
L’unico incentivo, secondo quanto ammette lo stesso Durigon sarà a restare a lavoro. Al contrario nessun incentivo sarà previsto per chi voglia uscire anticipatamente rispetto all’attuale età pensionabile: 67 anni.
Si seguirà la strada già tracciata dalla Legge di Bilancio per il 2024 che introduce Quota 103 con forti penalizzazioni economiche per l’uscita, come l’applicazione del sistema contributivo per il calcolo dell’assegno. Insomma un modo per disincentivare la flessibilità pensionistica.
Anche per i più giovani che avranno difficoltà a mettere insieme percorsi previdenziali caratterizzati da discontinuità la parole d’ordine è ‘incentivo’.
A chi vorrà coprire buchi di carriera e anni di formazione saranno offerte delle soluzioni a pagamento ma con agevolazioni. Es. Riscatto del periodo di laurea. Insomma gli sconti ci saranno, per chi potrà permetterseli, ma i regali non arriveranno per nessuno.
Il modello è quello già messo in campo nel 2024, possibilità di riscatto agevolato dei “vuoti contributivi” per un periodo massimo di 5 anni. Il riscatto può avvenire in unica soluzione oppure in 120 rate mensili al massimo di importo non inferiore a 30 euro.