I cedolini paga di gennaio arrivano tra le mani dei lavoratori durante tutto il corso del mese. Prima i lavoratori dei comparti pubblici e poi i lavoratori dei settori privati scoprono che le brutte notizie non finiscono mai.
Ogni retribuzione è differente, ma c’è qualcosa che tutti hanno in comune: il prelievo fiscale Irpef per ogni scaglione di reddito. E non solo. Per aree territoriali omogenee ci sono da considerare anche le Addizionali Irpef:
Sono quest’ultime a portare brutte sorprese ai lavoratori dipendenti che in questi giorni stanno scoprendo prelievi ben maggiori rispetto al 2023.
Dal 1° gennaio 2024 il Governo ha rivisto il modello di tassazione sul lavoro dipendente che non sarà più costituito da 4 scaglioni di reddito bensì da 3.
La nuova ripartizione non alza l’imposizione fiscale, ma la abbassa per una parte dei lavoratori. In particolare favorisce chi ha un reddito tra i 15.000 e i 28.000 euro che priva pagava il 25%.
In sintesi le nuove aliquote Irpef nazionali sono queste:
Al prelievo nazionale Irpef va aggiunto – mensilmente nel cedolino paga – quello che riguarda le Addizionali Regionali e Comunali. Ora, tralasciando quest’ultime, visto che in Italia i comunica sono 7.896, vale la pena soffermarsi sulle prime.
Sono infatti le Addizionali regionali che stanno mandando in crisi i lavoratori dipendenti, pensionati e i titolari di reddito assimilato al lavoro dipendente (come i percettori NASpI), in 3 Regioni in particolare.
Si tratta di Lazio, Toscana e Molise dove l’aumento delle aliquote secondo le stime dei sindacati stanno portando ad una riduzione del potere di acquisto degli stipendi che supera i 500-600 euro annui:
Il maggiore prelievo fiscale è, solo per una minima parte, calmierato dall’esonero dei contributi, il cd. Bonus Meloni in Busta paga: per conoscere l’importo che spetta è possibile usare il CALCOLATORE AUTOMATICO cliccando qui.