In questo articolo pubblicato ieri, 23 gennaio, TuttoLavoro24.it ha riportato gli obiettivi che il del Ministro della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, ha fissato con l’atto di indirizzo generale per i prossimi rinnovi contrattuali. In particolare il Ministro si è detto contrario agli aumenti automatici degli stipendi tabellari e in genere degli automatismi tanto che le risorse stanziate dovranno essere destinate in buona misura salario di produttività e non solo al minimo tabellare. Cos’ha in mente il Ministro per il Contratto Scuola 2022-24 che dovrà essere rinnovato?
In base alle dichiarazioni del Ministro, proviamo ad analizzare come potrebbero essere redistribuite le risorse nel prossimo contratto del Comparto Scuola.
La Pubblica Istruzione ha gli stipendi più bassi di tutto il pubblico impiego.
Essendo gli stipendi della Pubblica Istruzione basati su scatti automatici per anzianità per il personale di ruolo, è molto conveniente abusare del precariato per tenere gli stipendi al minimo.
Come si potrebbero trovare le risorse?
L’abolizione della fascia stipendiale 15-20 permetterebbe di andare incontro alle esigenze del Ministro di abolire un automatismo e le maggiori somme risparmiate potrebbero essere utilizzate per incrementare gli stipendi più bassi.
Ora gli stipendi del Comparto Scuola sono divisi in sei fasce:
La Retribuzione Professionale docenti, invece, è suddivisa in tre fasce:
L’abolizione di tre fasce stipendiali – per esempio – allineando l’automatismo degli stipendi con quello della Retribuzione Professionale Docenti, permetterebbe anche in questo casodi incrementare i risparmi per la redistribuzione alle fasce più deboli.
Nel 2010 un contratto integrativo tra ARAN e OO.SS. fu trovato un accordo per l’abolizione della fascia 3 – 8 al fine di reperire le risorse per l’assunzione di qualche migliaio di precari.
Quindi l’ipotesi prospettata, trattandosi di un Governo del medesimo colore politico di allora, è plausibile e coerente.
Un altro modo per redistribuire le risorse è destinare meno risorse agli stipendi tabellari a favore dei Fondi d’Istituto.
I Fondi d’Istituto potrebbero essere incrementati con risorse maggiori e darebbero l’opportunità ai Dirigenti Scolastici di poter individuare le attività o i soggetti migliori dove veicolare le risorse.
Possiamo concludere che la tornata contrattuale che sta per avviarsi sarà molto lunga e difficile.
Per la firma del Contratto Scuola 2019-21 ci sono voluti quasi due anni di trattative.
Le direttive del Ministro tendono a rafforzare il potere dei Dirigenti Scolastici e questo potrebbe portare ad una resistenza delle Organizzazioni Sindacali con un conseguente slittamento dei tempo di conclusione degli accordi.