Dopo le lavorazioni delle domande dell’Assegno di Inclusione e le bocciature Inps, arriva finalmente una comunicazione ufficiale dell’Istituto. Una nota stampa del 25 gennaio, che fornisce anche dei primi indizi per uscire rapidamente dallo stop.
Le domande respinte in questa prima tornata di gennaio sono state 117.461 su un totale di 446.256 in cui una parte senza la sottoscrizione del Patto di Attivazione Digitale. Mentre 1.140 sono ancora ferme per accertamenti antifrode interni dell’Istituto.
Le domande respinte dall’Istituto sono 117.461. I motivi più ricorrenti sono:
Nel primo caso se l’ISEE è superiore alla soglia prevista dal Decreto Lavoro si può sempre provare a ripresentare la domanda a due condizioni:
Per accedere all’Assegno di Inclusione occorre avere un Reddito familiare non superiore a 6.000 euro. Questo valore può essere elevato in caso di presenza nel nucleo di altri soggetti che rientrino nella scala di equivalenza. I 6.000 euro in questo caso vanno moltiplicati per i corrispondenti parametri:
In caso di rigetto da Inps per Reddito familiare sopra soglia si può ripresentare nuova domanda? La risposta è sì ma occorre che vi sia una oggettiva variazione al ribasso del Reddito familiare, fermo restando il possesso di tutti gli altri requisiti.
Uno dei motivi più comuni di rigetto della domanda viene motivato da Inps con “Omessa dichiarazione lavorativa”.
E’ il caso di coloro che non hanno presentato il Modello AdI.Com, che va compilato e inviato direttamente sul sito Inps o con il supporto di un Patronato (tutti i passaggi sono spiegati qui).
Secondo quanto rilevato da TuttoLavoro24.it Inps starebbe richiedendo la compilazione del Modello AdI.Com sia a coloro che in fase di invio domanda AdI hanno dichiarato di avere un reddito da lavoro (anche un semplice ‘contratto di lavoro a chiamata’), sia a coloro che un lavoro lo avevano cessato precedentemente.
Maggiori speranza invece, fa sapere Inps, per 12.222 famiglie che avevano inviato l’istanza che ora necessita di un supplemento di istruttoria per l’acquisizione della certificazione attestante il requisito richiesto.
Una volta acquisita la certificazione idonea Inps potrà decidere se pagare dal prossimo 15 febbraio o entro 60 giorni qualora non pervenga la certificazione da parte degli enti preposti.