I tempi INPS di erogazione del Trattamento di fine Rapporto e fine Servizio (TFR/TFS) ai dipendenti pubblici è irragionevole. Lo ha stabilito la Corte costituzionale in una sentenza del 2023 che ha invitato Parlamento e Governo ad intervenire per rimuovere gradualmente la normativa anti-costituzionale attualmente in vigore.
E allora per mettere fine alle lungaggini della burocrazia, in attesa di un intervento della politica, a scendere in campo è proprio Inps, con il Consiglio di Indirizzo e Vigilanza.
Il cosiddetto CIV, all’interno del quale siedono anche le organizzazioni sindacali dei lavoratori, ha preso una posizione chiara che deve muoversi su due fronti. Innanzitutto è necessario un intervento legislativo che faciliti la procedura e i tempi di liquidazione del TFR/TFS (per conoscere qual è la differenza tra TFR e TFS clicca qui).
Dall’altra è opportuno che sia anche l’Istituto di Via Ciro il Grande ad attivarsi con degli aggiustamenti alla procedura, fanno sapere dal CIV.
La mole di lavoro dell’INPS è importante se si pensa che per l’intero anno 2023 a fronte di 17.539 domande inviate sono state lavorate appena 2.216 e non ancora liquidate. Mentre 6.195 sono state quelle respinte e 9.138 sono ancora in lavorazione.
Secondo quanto si apprende dalla delibera del CIV i ritardi sarebbero dovuti alla carenza di personale, in quanto quello presente ha carichi di lavoro che non consentono di smaltire in tempi celeri le pratiche. Ma anche da una preparazione professionale non adeguata degli operatori attualmente deputati a svolgere questi compiti.