I percettori del Supporto Formazione e Lavoro (SFL) devono recarsi presso il Centro per l’Impiego del proprio comune se non vogliono perdere il sussidio. E non basta andarci una volta: dopo il primo colloquio, infatti, occorre tornarci con regolarità per dimostrare che si intende seriamente trovare un nuovo impiego.
La prima volta, comunque, a convocare è lo stesso Centro per l’Impiego, e lo fa inviando un SMS di questo tipo:
Destinatari del messaggio come quello in foto sono i beneficiari del SFL, ossia i cittadini tra i 18 e i 59 anni appartenenti a famiglie il cui ISEE non supera i 6.000 euro e che non hanno i requisiti per accedere all’Assegno di Inclusione. Sono queste due, infatti, le misure che hanno sostituito il Reddito di Cittadinanza.
Per accedere al SFL da 350 euro al mese occorre sottoscrivere il patto di attivazione digitale e prendere parte a un percorso di politica attiva del lavoro, partecipando a una delle 9 attività retribuite previste dalla legge.
A inserire il richiedente in un percorso di politica attiva del lavoro sarà il Centro per l’impiego, convocando il percettore in un giorno e a un’ora prestabiliti. Nel caso in foto, l’appuntamento è per martedì 6 febbraio alle ore 9.
Scopo dell’incontro è la presa in carico del soggetto, quindi la sottoscrizione di un Patto di servizio personalizzato e l’attivazione di un programma di politiche attive nell’ambito della domanda del SFL, concordate in base alle esperienze pregresse del soggetto. Con la stipula del patto il cittadino si impegna a rispettare gli impegni presi, come presentarsi al CpI quando convocato e partecipare alle iniziative di politica attiva nei termini pattuiti.
Se non andrà al CpI quando convocato o non vi si recherà spontaneamente ogni 90 giorni per aggiornare la propria posizione, il percettore del SFL incapperà prima nella sospensione e poi nella decadenza del sussidio.