Per provare a fermare i trattori che promettono, attraverso i comitati organizzatori delle proteste, di accerchiare Roma a partire dall’8 febbraio, il Governo starebbe ragionando su un’ipotesi.
Rinnovare anche per il 2024 l’esenzione Irpef per redditi agrari e dominicali (quelli derivanti dal possesso dei terreni) attraverso un emendamento al Decreto Milleproroghe attualmente in discussione alla Camera.
Ma la deroga, rispetto a quello già deciso con la Legge di Bilancio (cancellazione dell’esenzione ai fini Irpef di questi redditi), non sarà per tutti.
L’ipotesi allo studio da parte dei tecnici del Ministero dell’Agricoltura e soprattutto dei tecnici del Ministero dell’Economia e Finanze è di mettere un tetto all’esenzione. Una soglia reddituale, probabilmente 10.000 euro, superata la quale la franchigia non sarà più applicata.
Secondo i più attenti osservatori una mossa per convincere gli agricoltori aderenti alle proteste di questi giorni a desistere da ulteriori azioni dimostrative nel cuore politico d’Italia, Roma. E dividerli tra chi continuerà a protestare e chi sentendosi forse tranquillizzato dall’iniziativa sull’esenzione Irpef, preferirà abbandonare la protesta.
D’altronde il Movimento dei trattori non appare unito, tra gruppi eterogenei locali, sotto la guida di leader non sempre dialogano tra di loro e che sono fuori dal controllo delle grandi associazioni agricole come Confagricoltura, Coldiretti e Cia.
Che il momento sua particolarmente confuso lo dimostra che il Governo, sull’iniziative dell’esenzione Irpef, spaccato tra chi vuole tendere una mano ai trattori, e chi fa di tutto per spiegare che politicamente, ma soprattutto contabilmente, non c’è spazio. Secondo quanto scrive il quotidiano La Stampa in edicola oggi, il Ministero dell’Economia avrebbe già avvertito il Ministro Francesco Lollobrigida: se non trovi le risorse sui capitoli di Bilancio ad hoc l’esenzione Irpef rimarrà cancellata per tutti.