Con la sentenza n. 162 del 2022 la Corta Costituzionale è stata chiara: Inps non può tagliare la pensione superstiti per un importo superiore al reddito effettivo prodotto dal beneficiario, sia in caso svolga lavoro autonomo che subordinato.
Insomma le decurtazioni dell’ente previdenziale sui trattamenti ai superstiti devono essere sottoposte ad un limite. Diversamente il titolare di pensione subirebbe un danno.
Sulla base di questo orientamento Inps ha rivisto le sue linee di indirizzo e ha reso graduale il taglio pensionistico in base all’entità dei redditi effettivi prodotti dal titolare.
Il punto di riferimento, anche in questo caso, è il trattamento minimo pensionistico Inps aggiornato al 2024 in base alla rivalutazione. Di conseguenza i nuovi limiti reddituali per la pensione ai superstiti in vigore nel 2024 sono i seguenti:
Nel caso in cui Inps abbia decurtato i trattamenti pensionistici superstiti in misura superiore all’ammontare dei redditi aggiuntivi annuali di riferimento, sarà lo stesso Istituto ad erogare a conguaglio le differenze sui ratei arretrati. Con l’aggiunta degli interessi legali e/o la rivalutazione monetaria. Sono fatti salvi gli effetti di eventuali atti interruttivi della prescrizione quinquennale.
Qualora Inps non proceda all’esame d’ufficio i pensionati possono rivolgersi ai Patronati.
Di recente Inps ha anche preso posizione sull’incompatibilità tra reddito da lavoro e trattamento pensionistici anticipati come Quota 100, 102, ecc. Per approfondire clicca qui.