L’Assegno di Inclusione non si è dimostrato, per il momento, all’altezza del Reddito di Cittadinanza. Lo mette in luce il leader del M5S Giuseppe Conte che in un’intervista al quotidiano La Stampa in edicola oggi commenta i dati della Banca d’Italia sulla povertà nel nostro Paese. E sul salario povero.
Secondo Conte l’Assegno di Inclusione non garantisce alle famiglie povere italiane un sostegno contro la povertà poichè non è una misura universalistica. La sua applicazione è limitata ai nuclei con: minori, disabili, over 60, svantaggiati presi in carico dalle strutture pubbliche ma escludendo lo svantaggio economico.
”Ha un’applicazione molto limitata – sottolinea Conte al quotidiano torinese riferendosi all’AdI – . Tagliare quasi due miliardi l’anno dalla lotta alla povertà – è la stima che ha fatto Bankitalia – significa non rendersi conto del momento di grave difficoltà che vive il Paese. E vanificare tutti gli sforzi fatti durante la fase più dura della pandemia. A gennaio 450mila famiglie in povertà assoluta con minori, anziani o persone diversamente abili sono rimaste senza nulla”.
Numeri che non hanno niente a che vedere con quelli divulgati da Inps appena 2 settimane fa che si riferiscono alle Domande rigettate o quelle ancora in stand-by, in attesa di lavorazioni per un supplemento di istruttoria. Il dato politico messo in luce dall’ex premier è che rispetto al Reddito di Cittadinana, l’Assegno tiene fuori 450.000 che prima erano prese in carico dallo Stato.