Recarsi presso i Servizi Sociali quando si è convocati è fondamentale per avere l’Assegno di Inclusione. Proprio come il vecchio Reddito di Cittadinanza, anche l’AdI è una misura di inclusione sociale e lavorativa ed è destinata alle famiglie in condizioni economiche difficili.
In particolare, è rivolto ai nuclei con un ISEE entro i 9.360 euro in cui sono presenti soggetti disabili, minorenni, ultra 60enni o in condizione di svantaggio. La presa in carico di queste famiglie è affidata ai servizi sociali.
Per avere l’assegno di Inclusione non basta rispettare i requisiti previsti dalla legge. Bisogna anche sottoscrivere il Patto di Attivazione Digitale (PAD), col quale il richiedente si impegna a presentarsi presso i servizi sociali quando viene convocato.
La convocazione da parte dei servizi sociali arriva entro 120 giorni dalla sottoscrizione del PAD, tramite mail o sms, come nel caso in foto:
In questo caso, l’appuntamento è fissato per la mattinata di lunedì 12 febbraio. Durante il primo colloquio, i servizi sociali eseguono una valutazione multidimensionale dei bisogni del nucleo familiare, finalizzata alla sottoscrizione di un patto per l’inclusione sociale. Questo è una sorta di percorso personalizzato in base alle esperienze pregresse e ai bisogni specifici del soggetto e, più in generale, della famiglia.
Solo coloro che risulteranno attivabili al lavoro saranno tenuti ad aderire e a partecipare attivamente a tutte le attività formative, di lavoro, nonché alle misure di politica attiva, comunque denominate, individuate nel progetto di inclusione sociale e lavorativa.
Al contrario, sono esclusi dagli obblighi di partecipazione al percorso:
In ogni caso, anche i soggetti diversi da quelli attivabili al lavoro hanno degli obblighi: per esempio, dopo la prima convocazione e ogni 90 giorni sono tenuti a presentarsi ai servizi sociali, o presso gli istituti di patronato, per aggiornare la propria posizione. In caso di mancata presentazione, il beneficio economico è sospeso.