Il sistema pensionistico italiano è iniquo e questo è risaputo da anni. E così il sindacato UIL ha deciso di promuovere delle cause pilota anche alla luce degli ultimi provvedimenti governativi.
Nel centro del mirino c’è l’ultima legge di Bilancio che ha confermato pesanti tagli alle pensioni per i dipendenti della sanità (medici e infermieri), degli enti locali e degli ufficiali giudiziari.
All’interno dei settori pubblici sarebbe in atto una vera e propria discriminazione, sostiene Uil-Fpl.
Nonostante gli scioperi di novembre e dicembre e le proteste giunte da più parti, il Governo ha deciso non stralciare l’art. 33 della Legge di Bilancio e così i dipendenti pubblici si trovano nella condizione di rimanere in servizio ulteriori 3 anni (fino all’età anagrafica di 70) se non vogliono perdere la pensione che gli spetta. Insomma devono rimanere ancora a lavoro per 3 anni se non voglio perdere l’assegno che avevano già maturato. Viene inoltre confermato l’allungamento progressivo della finestra mobile di uscita di 3 mesi nel 2024 fino ad arrivare a 9 nel 2028.
Tra i più penalizzati, si legge, gli iscritti alle casse previdenziali CPS e gli infermieri della CPDEL. Ma anche maestre di asilo, scuole elementari e parificate.
Contro questi provvedimenti di legge, che creano discriminazioni all’interno dello stesso settore pubblici, Uil è pronto ad attivare dei ricorsi giudiziari “attraverso cause pilota per arrivare fino alla Corte Costituzionale“. Obiettivo è far proclamare la declaratoria di incostituzionalità di queste norme, così da spingere il Legislatore a correttivi più equi e non discriminatori.