L’Assegno di Inclusione doveva essere destinato, secondi le stime del Governo a 737.000 famiglie. Ma a distanza di circa 2 mesi dall’avvio della misura i beneficiari sono circa la metà, 480.000.
A far uscire i numeri “impietosi” di questo primi lancio dello strumento di sostegno al reddito che ha sostituito il Reddito di Cittadinanza, è il quotidiano Repubblica, che parla di un vero e proprio flop e fa una rivelazione importante a proposito delle ultime lavorazioni dell’ente previdenziale. “Inps era pronta ad aggiornare il conteggio. Ma il ministero del Lavoro ha fermato il comunicato. Niente dati, flop nascosto”.
Inps respinge più domande di quello che ci si aspettava: 182.350 fa sapere il Ministero del Lavoro con una nota del 16 febbraio. I motivi sono spiegati in parte nel Fascicolo Previdenziale del Cittadino, ulteriori dettagli arriveranno a fine febbraio, fanno sapere dal Via Ciro Il Grande.
Le casistiche più frequenti sono:
Alcuni dei respingimenti, poi, sono completamente privi di una ragione. Ci sono famiglie che hanno avuto esito positivo su tutti i requisiti e il respingimento della domanda, come si può vedere in queste foto.
Gli esclusi sono troppi, a denunciarlo sono le associazioni di categoria ma anche Caritas e Alleanza contro la povertà.
Il dubbio che qualcosa non abbia funzionato, anche sul piano politico, resta. Le politiche contro la povertà erano finanziate per 8 miliardi annui, ora a disposizione ce ne sono 4. La metà.
E il Governo sembra intenzionato ad intervenire. Ma prima occorre capire come. “La missione quasi impossibile di raddrizzare un albero nato storno è stata affidata ora dalla ministra del Lavoro Marina Calderone a Natale Forlani, ex segretario confederale Cisl, ex presidente di Italia Lavoro (antenata di ANPAL), coautore del Libro Bianco di Marco Biagi. Forlani ha ereditato dalla sociologa Chiara Saraceno la presidenza del Comitato per la valutazione delle misure di contrasto alla povertà, istituto dalla Legge sul Reddito di Cittadinanza nel 2019. Toccherà a lui – scrive Repubblica – mettere mano ai paletti, forse rivedere proprio quella scala di equivalenza che ha così tante trappole da scalzare migliaia di famiglie, milioni di persone. Difficile un ripensamento dell’intera struttura“.
Nessuna ufficialità per il momento, dunque. Solo notizie che filtrano attraverso la stampa nazionale. Mentre dal Ministero del Lavoro per ora fanno sapere solamente come sono spacchettate le domande respinte (182.350 in totale), per numero e per motivazioni: