Il prezzo di vendita dei prodotti agricoli non deve essere slegato da quelli che sono i costi aziendali, a partire dal costo del lavoro. Occorre che il Governo intervenga nella catena commerciale in modo da tutelare il margine di guadagno per i piccoli imprenditori e la dignità del lavoro dipendente.
E’ questo uno dei temi portati dai sindacati Fai, Flai, Uila, al tavolo governativo sul settore agricolo aperto ieri in presenza del Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida e della Ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone.
La proposta dei sindacati tocca il tema della sostenibilità economica e sociale dell’intera filiera agricola. Tema su cui sono impegnati in queste settimane anche i diversi “movimenti dei trattori”, costituiti da piccoli imprenditori agricoli che chiedono maggiore dignità per il lavoro lavoro.
“Chiediamo – si legge nella nota congiunta dei 3 sindacati – di essere coinvolti nella gestione delle misure previste per combattere le pratiche sleali, affinché si possa definire un prezzo minimo di vendita dei prodotti che sia rispettoso delle retribuzioni fissate nei contratti”.
Il tema, sebbene molto sentito, soprattutto tra chi sta “a valle” della filiera, non sembra trovare grande appoggio da parte del Governo. Almeno in questa fase.
Leggendo le note stampa diramate dai Ministeri del lavoro e dell’Agricoltura, il tema sollevato dai sindacati non trova spazio. E’ evidente che non c’è da parte di questo Esecutivo, che si dichiara amico degli agricoltori, la volontà di riformare il sistema. Ma solo la disponibilità ad amministrare il presente con piccoli interventi normativi “di manutenzione” piuttosto che di prospettiva per il futuro del lavoro del settore.