Mentre i sindacati metalmeccanici italiani rivendicano la riduzione dell’orario settimanale di lavoro da 40 a 35 a parità di salario, in Germania puntano direttamente alla riduzione fino a 32.
E’ quanto mette in luce Il Sole 24 Ore in edicola oggi, che ricorda come i “teutonici” abbiano già vinto la battaglia della riduzione oraria nel lontano 1995.
L’accordo per la riduzione dell’orario settimanale da 38 a 35 ore è stato sottoscritto il 1° ottobre 1995, a seguito della proclamazione di un duro sciopero da parte del potente sindacato tedesco IG Metall.
Nel Paese governato da Olaf Scholz, però, le 35 ore non sono un diritto in tutti i settori. Vero è che in queste settimane è in atto un duro confronto per la riduzione oraria nelle aziende ferroviarie, con il sindacato dei macchinisti GDL che punta alla riduzione da 38 a 35 a parità si salario. Contraria l’azienda Deutsche Bahn che vedono nell’abbassamento un “regalo” dell’8,5% dello stipendio. Un accordo invece è stato firmato con Abellio, altra compagnia ferroviaria.
Ma le notizie che arrivano d’Oltralpe non dicono solo questo. Al momento in Germania ci sono circa 50 aziende (dalla metalmeccanica al commercio) che hanno avviato la sperimentazione della riduzione settimanale a 32 ore, su 4 giorni lavorativi (cd. settimana corta). E ora i sindacati puntano ad estendere il progetto per allargare il ‘beneficio’ ad un numero sempre più alto di lavoratori.
In quegli anni anche in Italia si discuteva della possibilità di ridurre l’orario settimanale a 35 ore, proprio sulla base dell’esperienza tedesca, attraverso una legge fortemente sponsorizzata dal Partito della Rifondazione Comunista che aveva appoggiato il Governo Prodi (1996-1998) proprio con l’obiettivo di portare a casa questa legge.
Sul tema ritornano ora i sindacati Fiom-Fim-Uilm con la piattaforma per il rinnovo del CCNL Metalmeccanici industria 2024-2027. La proposta in realtà non è mai stata accantonata, se ne parla da tempo fino al punto che qualche accordo aziendale (non solo metalmeccaniche) e finanche territoriale è stato siglato. Ma si parla solo di accordi e non di interventi legislativi.