L’Assegno Unico per i figli a carico sarà più alto anche a marzo e in tutti i mesi a venire. L’importo maggiorato grazie alla rivalutazione all’inflazione e riconosciuto a febbraio, infatti, verrà confermato anche il mese prossimo. A meno che per via di un aumento dell’ISEE non si abbia diritto a una cifra più bassa.
Vediamo meglio.
Ogni anno le prestazioni pagate dall’INPS vengono rivalutate all’inflazione, ossia adeguate al reale costo della vita. Nel 2024 la rivalutazione calcolata dall’ISTAT è del 5,4%. Anche l’Assegno Unico ha quindi subito un aumento corrispondente, come ufficializzato nel messaggio INPS n. 572 dell’8 febbraio scorso.
L’aumento è stato riconosciuto nell’Assegno Unico dal mese di febbraio: è aumentato l’importo spettante per un figlio a carico, sia minorenne che maggiorenne, il valore delle maggiorazioni e la soglia ISEE con la quale si accede al massimo importo mensile. Insomma, tutti gli importi sono aumentati.
I nuovi importi rivalutati verranno erogati per tutto il 2024. C’è chi già li ha avuti a febbraio, perché prima di febbraio ha rinnovato l’ISEE. Ma c’è anche chi li avrà per la prima volta a marzo perché a febbraio l’ISEE non era ancora stato aggiornato.
Attenzione però, perché proprio per via dell’ISEE l’aumento potrebbe essere meno consistente, se non addirittura inesistente.
Ogni anno i beneficiari dell’Assegno Unico devono rinnovare l’ISEE, quindi aggiornarlo. Presentare un nuovo ISEE è fondamentale se si vuole che INPS paghi un importo in linea con la propria situazione economica. Altrimenti, senza ISEE, l’Istituto Previdenziale riconoscerà l’importo minimo di legge.
L’ammontare dell’Assegno Unico cala all’aumentare dell’ISEE. Nel 2024 l’importo massimo mensile (199,40 euro se il figlio a carico è minorenne, 96,90 euro se invece è maggiorenne) spetta con un ISEE fino a 17.090,61 euro. Il minimo (57 euro in caso di figlio a carico minorenne, 28,50 euro se il figlio a carico ha tra 18 e 21 anni), invece, spetta quando l’ISEE supera i 45.574,96 euro.
Un aumento dell’ISEE potrebbe quindi rendere vano l’aumento del 5,4% dovuto alla rivalutazione all’inflazione. Un nucleo familiare il cui ISEE del 2024 è nettamente superiore a quello del 2023 potrebbe non accorgersi nemmeno dell’aumento del 5,4%.
Facciamo un esempio. A una famiglia con un ISEE pari a 20.000 euro nel 2023 spettavano 169,70 euro per il proprio figlio minorenne. La stessa famiglia, con un ISEE 2024 rimasto invariato ha diritto a 184,60 euro al mese, grazie alla rivalutazione all’inflazione.
Ma se nel 2024 l’ISEE sale a 24.000 euro l’importo mensile spettante per il figlio minore scenderà a 164,60 euro. In questo caso quindi l’aumento dell’ISEE non solo ha reso vana la rivalutazione all’inflazione, che comunque è stata applicata, ma ha anche comportato una diminuzione dell’importo mensile dell’Assegno Unico rispetto all’anno prima.