L’Assegno di Inclusione di febbraio è appena arrivato sulle Carte di inclusione dei percettori e tra questi ci sono anche lavoratori. Di conseguenza qualcuno in un mese può prendere sia il sussidio economico INPS sia lo stipendio.
Lo stipendio, in determinate circostanze, contiene il Bonus Mamma, un’agevolazione riconosciuta alle lavoratrici madri di almeno 2 figli.
In particolari casi l’Assegno di Inclusione e il Bonus Mamma sono compatibili. Vediamo quando e chi (e come) riceverà a giorni più soldi grazie all’esonero contributivo.
L’Assegno di Inclusione è un sussidio economico erogato tutti i mesi da INPS, nonché un’integrazione al reddito nel limite di 6.000 euro, elevabili in base alla scala di equivalenza.
Spetta a chi rispetta tutti i requisiti fissati dal Decreto Lavoro: in particolare, è riconosciuto ai nuclei familiari in cui è presente almeno un componente o disabile, o minorenne, o ultra 60enne o in condizione di svantaggio. Per accedervi, l’ISEE della famiglia non deve superare i 9.360 euro.
La misura è compatibile con un reddito da lavoro, quindi anche i lavoratori possono fruire dell’AdI, se ne rispettano tutti i requisiti. Tra coloro che lavorano e percepiscono l’Assegno di Inclusione possono esserci delle madri di 2 o più figli. In questo caso la lavoratrice avrà diritto al Bonus Mamma in busta paga.
La Legge di Bilancio 2024 ha previsto il “Bonus mamme”: l’esonero della contribuzione previdenziale (9,19% della retribuzione), fino a un massimo di 3.000 euro annui da riparametrare su base mensile.
Spetta alle lavoratrici a tempo indeterminato con queste modalità:
dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2026 alle lavoratrici madri di tre o più figli con rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato fino al mese di compimento del 18° anno di età del più piccolo;
dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2024 anche alle lavoratrici madri di due figli con rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato fino al mese del compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo.
Escluse quindi le lavoratrici che hanno un solo figlio, quelle con contratto a termine e quelle impiegate nel settore domestico. Alle lavoratrici domestiche, infatti, l’esonero non è riconosciuto in nessun caso. Per avere il Bonus è necessario inviare al datore di lavoro questa comunicazione.
Il Bonus non è arrivato nella busta paga di gennaio perché Inps ha pubblicato con ritardo le istruzioni, ma ci potrà essere nel cedolino paga di febbraio che arriva in questi giorni, insieme all’arretrato di gennaio.
L’importo massimo mensile del Bonus Mamma è pari a 250 euro: come detto, infatti, l’esonero massimo è di 3.000 euro annui da ripartire in 12 mesi.
Ai percettori dell’Assegno di Inclusione non andrà l’importo massimo dell’agevolazione. Il tetto massimo, infatti, è riservato a chi ha un imponibile previdenziale alto, pari a 2.727 euro.
Più è basso il reddito percepito, minore sarà l’importo del bonus riconosciuto in busta paga. Chi beneficia dell’AdI ha per antonomasia un reddito basso (altrimenti non potrebbe accedere al sussidio) e, di conseguenza, avrà diritto a un’agevolazione molto al di sotto del massimo mensile. Per chi ha una retribuzione lorda di 600 euro mensili, per esempio, il Bonus Mamma ammonta a 55,14 euro (pari al 9,19%) al lordo delle ritenute Irpef.
Importi quasi irrisori, ma che comunque possono essere sommati a quelli percepiti a titolo di Assegno di Inclusione. Per quest’ultimo l’importo non è fisso, ma varia a seconda di determinati fattori: per fare una stima è possibile utilizzare il CALCOLATORE AUTOMATICO di TuttoLavoro24.it.