Assegno di Inclusione, puniti i Percettori: nell’ISEE niente sconto sui Titoli di Stato

L’ISEE dei percettori dell’Assegno di Inclusione e Supporto Formazione e Lavoro non potrà godere dell’esonero dei titoli di Stato fino a 50.000 euro. Lo stabilisce lo schema del Decreto PNRR approvato dal Governo la scorsa settimana, e che andrà i prossimi giorni di nuovo a Palazzo Chigi per la conferma definitiva.

Titoli di Stato esclusi da ISEE

La Manovra di Bilancio per il 2024 ha stabilito l’esclusione dei titoli di Stato dal calcolo dell’ISEE. La soglia di esclusione è pari a 50.000 euro. Questo significa che le famiglie che hanno investito capitali in buoni del tesoro, Btp, buoni fruttiferi postali, possono avere un forte esonero nella situazione economica-patrimoniale, perchè questi importi saranno neutri al fine di individuare il valore finale ISEE.

Al momento questa norma non è applicabile, ha sottolineato Inps in un Messaggio del 12 gennaio 2024, perchè manca una modifica al DPCM n. 159 del 2013.

Ma nel frattempo il Governo Meloni, che prima ha preso di mira gli ex percettori del Reddito di Cittadinanza, e ora anche i beneficiari dell’AdI e SFL, si sta già portando avanti. Niente beneficio per chi chiede l’ISEE per poi avere l’Assegno di Inclusione e Supporto Formazione e Lavoro.

Decreto PNRR punisce i percettori AdI e SFL

E’ evidente che tra le file del centro-destra hanno mal digerito la scelta di sostituire il RdC con un altro sussidio, anzi due, AdI e SFL che tanto somigliano all’odiato sussidio e che tutelano soprattutto i nuclei cd. fragili. Vale a dire famiglie con figli, disabili e over 60. Nonostante la diversa caratterizzazione, il nuovo strumento di sostegno al reddito continua ad essere considerato poco compatibile con le politiche neo liberiste di Meloni & C. Fino al punto che, ora, anche i neo-percettori dovranno “pagare dazio”: i regali da parte del Governo sono finiti, se hanno acquistato titoli di Stato per loro non ci sarà lo sconto nel calcolo ISEE.

Insomma per i percettori AdI e SFL l’ISEE sarà più pesante: si conteranno tutti i titoli di Stato posseduti, anche se di poco valore. Nessuna distinzione quindi, tra chi ha comprato un buono postale di 1.000 euro per il proprio figlio e chi è riuscito ad accumulare risparmi fino a 50.000 euro.

La norma – si legge sul documento governativo – è stabilita “al fine di consentire il raggiungimento delle categorie più vulnerabili del Programma nazionale per la garanzia di occupabilità dei lavoratori (Gol), di cui alla Missione 5, componente 1, del Pnrr”.