Una parte dei percettori della NASpI dovrà attendere di trascorrere il weekend prima di ricevere il regolare pagamento dell’indennità di disoccupazione.
Gli accrediti di marzo, ma relativi a febbraio visto che la NASpI fa sempre riferimento al mese precedente, partiranno per la Festa della Donna. Qualcuno però riceverà l’indennità con un lieve ritardo. Vediamo quando e perché.
INPS paga la NASpI a chi ne fa domanda dopo aver perso il lavoro involontariamente, o perché licenziato o perché si è dimesso per via di un trasferimento. I giorni di accredito sono sempre quelli intorno alla decina e marzo non ha fatto eccezione.
I primi pagamenti si verificheranno l’8 marzo e interesseranno coloro che hanno avuto la lavorazione il 1° marzo. Poi proseguiranno dopo il weekend. Le date da cerchiare sul calendario solo le seguenti:
INPS pagherà la NASpI anche lunedì 11 e martedì 12 marzo. In questo caso, a ricevere l’accredito dell’indennità in questi due giorni saranno i percettori che hanno avuto la lavorazione tra il 4 e il 5 marzo.
Non è escluso che nelle prossime ore possano esserci delle nuove lavorazioni e delle nuove disposizioni di pagamento per la seconda metà della prossima settimana. Ma perché le date di accredito NASpI variano di caso in caso? Perché c’è chi la prende prima e chi dopo? Vediamo.
Per capire perché alcuni percettori ricevono l’accredito della NASpI prima di altri occorre considerare che gli accrediti di tale indennità sono gestiti a livello locale. Ciò significa che non è la sede centrale a occuparsene, bensì le sedi INPS sparse sul territorio.
E non tutte le sedi locali hanno lo stesso carico di lavoro: quelle delle città metropolitane, per esempio, possono avere una mole di lavoro più pesante di altre e quindi possono aver bisogno di più tempo per smaltire tutte le pratiche. Per questo motivo, le tempistiche di pagamento della NASpI possono variare di zona in zona.
Altre volte invece la responsabilità del ritardo o del mancato accredito è del percettore: questi potrebbe non aver comunicato a INPS il reddito presunto, obbligo che sorge all’inizio di ogni anno e che il percettore deve adempiere entro il 31 gennaio. Finché INPS non viene a conoscenza del reddito presunto i pagamenti della NASpI restano bloccati.
Un altro motivo alla base della sospensione dei pagamenti potrebbe essere la mancata convalida delle dimissioni telematiche fatte alla Direzione provinciale del lavoro (o il permesso di soggiorno nel caso di lavoratori stranieri).
Infine, la NASpI non arriverà se il percettore non si è presentato all’appuntamento presso il Centro per l’Impiego quando convocato. Chi è disoccupato e percettore di un sussidio statale, infatti, è tenuto a iscriversi ai CpI e poi a presentarsi quando viene chiamato. Se non lo fa incappa nella sospensione di una mensilità e, se recidivo, nella decadenza del sussidio stesso.