Le aziende che assumeranno lavoratrici che, in quanto donne, sono state vittime di violenza, non dovranno pagare i contributi previdenziali per un massimo di 8.000 euro annui.
E’ quanto prevede la Manovra di Bilancio per il 2024, su cui è tornato Inps con la circolare n. 41 del 5 marzo 2024 contenente le prime indicazioni operative.
Per favorire l’inclusione sociale e lavorativa della donne vittime di violenza beneficiarie del Reddito di Libertà, la legge di Bilancio ha previsto diversi incentivi per l’assunzione:
Requisito principale per avere il beneficio contributivo è l’assunzione di donne vittime di violenza, senza figli o con figli minori, seguite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle Regioni e dai servizi sociali nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza, al fine di contribuire a sostenerne l’autonomia.
Vi rientrano tutte le cittadine italiane o comunitarie oppure, in caso di cittadine di Stato extracomunitario, in possesso di regolare permesso di soggiorno.
Le donne devono essere beneficiarie del Reddito di Libertà al momento dell’assunzione oppure nel 2023, e quindi alla data dell’assunzione devono avere i seguenti due requisiti:
La misura è finanziata dalla legge di Bilancio 2024, che ha stanziato queste risorse per l’esonero contributivo:
– 1,5 milioni di euro per l’anno 2024;
– 4 milioni di euro per l’anno 2025;
– 3,8 milioni di euro per l’anno 2026;
– 2,5 milioni di euro per l’anno 2027;
– 0,7 milioni di euro per l’anno 2028.
Considerato che l’agevolazione consiste in un esonero totale dal versamento della contribuzione datoriale, “essa può essere cumulata – chiarisce Inps – con altre misure agevolative, ove ciò non sia espressamente escluso, solo laddove sussista un residuo di contribuzione astrattamente sgravabile e nei limiti della medesima contribuzione dovuta.