Bonus Mamma: pagamento NoiPA slitta a maggio [ESCLUSIVA]

Bonus Mamma, le lavoratrici del settore pubblico che speravano di trovarlo nella busta paga di marzo o aprile rimarranno deluse.

INPS, tramite FAQ, ha fatto sapere che i datori di lavoro hanno tempo fino a maggio per riconoscere gli arretrati del bonus mamma di gennaio e febbraio (e mesi a seguire) in busta paga. Ma stando a quanto appreso dalla Redazione di TuttoLavoro24.it da fonti interne al Ministero dell’Economia, pare che per le lavoratrici statali i tempi possano dilatarsi.

Arretrati Bonus Mamma, quando arrivano?

Il Bonus mamma altro non è che l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali a carico delle lavoratrici madri di due o più figli, con rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato pari al 100%. Negli anni 2025 e 2026, invece, potranno beneficiarne solo le lavoratrici madri di almeno 3 figli.

Il Bonus Mamma arriva in busta paga. In quale busta paga lo ha fatto sapere INPS, che ha specificato che il datore di lavoro ha tempo fino a maggio per poter effettuare gli opportuni adeguamenti relativi agli arretrati di gennaio e febbraio 2024.

Adesso però da fonti interne al Ministero dell’Economia giunge una puntualizzazione che interessa le lavoratrici statali: gli arretrati maturati di gennaio-febbraio e maturandi di marzo-aprile arriveranno non entro maggio ma esattamente a maggio.

Visto che per ogni mese l’esonero può arrivare a un massimo di 250 euro (il valore cambia a seconda dell’imponibile previdenziale della lavoratrice), nella busta paga di maggio le lavoratrici destinatarie della misura potranno quindi trovare un bonus fino a 1.250 euro (250 euro di gennaio, di febbraio, di marzo, di aprile e di maggio).

Come avere il Bonus Mamma nel settore pubblico

Attenzione però, il bonus mamma non viene erogato in automatico, ma occorre presentare domanda. Per averlo, si deve compilare un’auto-dichiarazione in cui si comunica che sono presenti tutti i requisiti, a partire dal numero dei figli: 2 figli con diritto all’erogazione fino al compimento di 10 anni del secondo figlio, 3 figli con diritto all’erogazione fino al compimento di 18 anni del terzo figlio. Occhio al codice fiscale dei figli: è fondamentale che siano corretti.

Le lavoratrici del settore privato devono consegnare il modulo al proprio datore di lavoro. Quelle impiegate nel pubblico, invece, devono inviarlo alle Ragionerie Territoriali dello Stato competenti in base alla sede dell’assunzione.

La consegna della auto-dichiarazione alle Ragionerie Territoriali è la prassi corretta: lo ha confermato qualche giorno fa il Ministero dell’Interno in una nota che interessava nello specifico le madri lavoratrici nel corpo dei vigili del fuoco.